Antonio Magi, segretario generale SUMAI Assoprof: «Ora ci aspettiamo che venga attuato quanto prevede la Convenzione, ovvero che sia riconosciuto il ruolo degli Specialisti Ambulatoriali Interni nella realizzazione degli obiettivi prioritari di politica sanitaria nazionale». Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg: «L’Acn è un punto d’arrivo, ma anche un punto di partenza per ragionare in maniera costruttiva sul futuro della Sanità pubblica e dell’SSN»
Dopo la firma con la Sisac e il successivo ok da parte delle Sezioni unite di controllo della Corte dei Conti, mancava l’ultimo tassello per rendere effettivo il nuovo Accordo collettivo nazionale della medicina convenzionata: il via libera definitivo da parte della Conferenza Stato-Regioni. Il disco verde è arrivato ed il testo è entrato quindi formalmente in vigore.
Immediata la reazione positiva di Antonio Magi, segretario generale SUMAI Assoprof: «Ora ci aspettiamo che venga attuato quanto prevede la Convenzione, ovvero che sia riconosciuto il ruolo degli Specialisti Ambulatoriali Interni nella realizzazione degli obiettivi prioritari di politica sanitaria nazionale quali il piano nazionale cronicità, il piano vaccinale, l’accesso improprio ai PS, il governo delle liste d’attesa e l’appropriatezza. Il nuovo accordo – prosegue in una nota – ci soddisfa sia sotto l’aspetto economico, sia sotto l’aspetto normativo, in quanto riconosce il nostro ruolo nella realizzazione degli obiettivi prioritari di Politica sanitaria nazionale. Solo aumentando l’offerta assistenziale del Territorio sarà possibile una più efficace presa in carico dei cittadini che vedranno soddisfatte le proprie esigenze di salute, mentre per gli operatori un territorio meglio organizzato e gestito permette una presa in carico di qualità».
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Anche Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, a poche ore dalla firma si è detto «lieto che si stia chiudendo un percorso centrale per l’assistenza e per il diritto alla salute dei cittadini. Per una medicina di famiglia che veda valorizzato il proprio ruolo e che, del resto, si sente da tempo pronta a fare la propria parte al servizio del territorio. L’Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale è certamente un punto d’arrivo, ma allo stesso tempo anche un punto di partenza per ragionare in maniera costruttiva su temi non meno importanti per il futuro della Sanità pubblica e dell’SSN».
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