Il Consiglio Nazionale impegna la Federazione a stipulare accordi con i Ministeri della Salute e degli Interni ed esprime preoccupazione per i provvedimenti di alcune Regioni che mettono in discussione l’indennità di rischio dei medici di Continuità Assistenziale
Strumenti per regolare l’accesso alle strutture, braccialetti con allarmi collegati con le Forze dell’Ordine per ogni medico che effettui visite a domicilio in continuità assistenziale, campagne di informazione per ricordare che il medico di Continuità Assistenziale svolge la propria attività in qualità di pubblico ufficiale. Sono le proposte presentate dal Consiglio Nazionale della FNOMCeO in una mozione volta a garantire la tutela, la sicurezza e l’incolumità dei medici del Servizio Sanitario Nazionale, a partire dai Medici dei Servizi di Urgenza ed Emergenza e dei Servizi di Continuità Assistenziale. Le aggressioni ai medici salgono infatti troppo spesso agli onori della cronaca, senza tener conto delle tante che avvengono all’oscuro e che i camici bianchi subiscono esercitando la propria professione: è stato recentemente calcolato che circa il 66% dei medici ha, almeno una volta nel corso della propria carriera, subito un’aggressione, che sia essa di tipo verbale, psicologica, o addirittura fisica.
LEGGI ANCHE: LO STUDIO DELL’OMCEO DI ROMA: 66% DEI MEDICI HA SUBITO AGGRESSIONI. LAVRA: «VERGOGNOSO PER SISTEMA PAESE»
Dinanzi ad un fenomeno che non sembra svanire, le misure proposte dalla mozione intendono essere il punto di partenza da cui stipulare degli accordi con il Ministero della Salute di concerto con il Ministero dell’Interno ed essere normate da una apposita legislazione nazionale o quantomeno da una direttiva applicativa di riferimento per tutte le Regioni, così da costituire standard minimi di sicurezza per i Presìdi di Urgenza/Emergenza e di Continuità Assistenziale.
Come è possibile leggere dalla mozione adottata, il Consiglio Nazionale propone, nello specifico, che le Aziende Socio Sanitarie:
Il Consiglio Nazionale «esprime altresì viva preoccupazione – prosegue la mozione – per i provvedimenti adottati da alcune Regioni a seguito di osservazioni della Corte dei Conti e che mettono in discussione la legittima corresponsione dell’indennità di rischio riconosciuta ai colleghi di Continuità Assistenziale fin dal 2005/2006. Il congelamento di detta indennità, con avvio di azioni di recupero decennale di quanto già corrisposto, pone i medici della continuità assistenziale in una condizione di disagio insostenibile sia economico che psicologico. Il Consiglio Nazionale impegna il Comitato Centrale a porre in campo ogni iniziativa utile alla tutela dei colleghi», conclude.