Via libera delle Regioni alla nomina proposta dal Ministro della Salute, Roberto Speranza. Medico e farmacologo clinico, è anche segretario del comitato per i farmaci di base dell’Oms. Anelli (Fnomceo): «Sua esperienza professionale sarà una guida preziosa. Ribadiamo l’appello a coinvolgere i medici nei tavoli dell’Aifa»
Il neodirettore dell’Aifa è Nicola Magrini, medico e farmacologo clinico con un’esperienza ventennale nella valutazione dei farmaci, lo sviluppo delle linee guida e le politiche farmaceutiche. Magrini è stato ricercatore presso l’Università di Bologna e l’Istituto Mario Negri.
«Al collega Nicola Magrini, nominato su proposta del Ministro Speranza nuovo Direttore Generale dell’Agenzia del Farmaco, le congratulazioni e i migliori auguri di buon lavoro dal Comitato centrale della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici. La sua ventennale esperienza professionale nella valutazione dei farmaci, lo sviluppo delle linee guida e le politiche farmaceutiche sarà guida preziosa per una politica del farmaco fondata sulle migliori evidenze scientifiche e garanzia per un’appropriatezza, efficienza e sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale che appoggino sulle ragioni della scienza e della clinica e non su quelle del risparmio economico». Così il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli accoglie la notizia della nomina, che ha poi incassato l’ok delle Regioni e sta per essere approvata anche dalla Conferenza Stato- Regioni, di Nicola Magrini, medico e farmacologo, a nuovo DG dell’Aifa.
«Anche a Magrini rinnoviamo l’appello, già lanciato al Presidente Mantoan, di aprire un Tavolo sulla prescrizione che coinvolga i Medici, quei professionisti che ne hanno la responsabilità e la competenza – continua Anelli –. Chiediamo anzi che i Medici siano coinvolti in tutti i processi decisionali sul farmaco, sedendo da titolari ai Tavoli dell’Aifa».
«La prescrizione è una delle espressioni più alte e complesse della Professione medica – afferma Anelli – perché compendia e sintetizza l’anamnesi, la diagnosi, il consenso informato e la terapia. Per questo la Legge la affida al medico, e il Codice di Deontologia ne reitera l’autonomia, la libertà, l’indipendenza, esortando il professionista a valutare l’applicabilità di raccomandazioni e linee guida al caso specifico».
«Ed è proprio in quella valutazione dell’applicabilità al caso specifico, alla quale è presupposto la diagnosi e della quale è strumento la relazione di cura, che si gioca la differenza tra essere scienziato, essere politico, ed essere medico – chiosa -. Per questo ribadiamo ancora una volta l’appello a coinvolgere i medici nei Tavoli dell’Aifa: perché non si può parlare di farmaco in assenza dei professionisti deputati alla diagnosi e alla prescrizione. Il rischio è quello di una medicina amministrata, che ritenga sinonimi appropriatezza e risparmio economico. La vera appropriatezza sta invece nel trovare il farmaco giusto al momento giusto per il paziente giusto, oltre che nell’educazione dei cittadini a un uso corretto dei medicinali: quello che i medici italiani fanno ogni giorno».
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO