Lavoro e Professioni 29 Gennaio 2018 19:38

Allarme cyberbullismo e dipendenza web: il 58% degli adolescenti non difende le vittime

I risultati della ricerca “EU Kids Online” presentati al Ministero dell’Istruzione per lanciare il programma di iniziative sulla navigazione sicura e responsabile in Rete previsto nella prima settimana di febbraio

Allarme cyberbullismo e dipendenza web: il 58% degli adolescenti non difende le vittime

Il 6% dei bambini e ragazzi tra i 9 e i 17 anni è stato, nell’ultimo anno, vittima di cyberbullismo; il 19% ha assistito ad episodi di questo genere. La metà di questi ha cercato di aiutare la vittima, mentre l’altra metà non ha fatto nulla.

Il 13% dei ragazzi ha vissuto esperienze negative su internet; una percentuale che tende ad aumentare, visto che nel 2010 lo stesso dato era pari al 6%. Il 31% degli adolescenti dichiara di aver visto online messaggi d’odio o commenti offensivi, di fronte ai quali la reazione più diffusa è stata la tristezza (52%), seguita da rabbia (36%), disprezzo (35%) e vergogna (20%).

Sono solo alcuni dei dati emersi dalla ricerca “EU Kids Online per MIUR e Parole O_Stili” su rischi e opportunità di Internet per bambini e ragazzi, condotta dall’OssCom (Centro di ricerca sui media e la comunicazione) dell’Università Cattolica, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’ATS Parole Ostili (formata da Associazione Parole O_Stili, Università Cattolica e Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo).

L’indagine è stata presentata a Roma in occasione dell’evento “Crea, connetti e condividi il rispetto: un’Internet migliore comincia con te”, organizzato dal Ministero dell’Istruzione per lanciare il programma di iniziative sulla navigazione sicura e responsabile in Rete previsto nella prima settimana di febbraio che culmineranno nel Safer Internet Day 2018, la Giornata internazionale dedicata alla navigazione sicura in Rete, in programma per il prossimo 6 febbraio al Teatro Brancaccio di Roma.

«La prima settimana di febbraio sarà ricca di iniziative e momenti di riflessione – dichiara il Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli -: faremo un bilancio delle azioni messe in campo quest’anno, ma lanceremo anche i prossimi passi. I dati che presentiamo oggi sono un ulteriore strumento per orientare la nostra azione e ci dicono con chiarezza che, vista anche la frequenza sempre più elevata con cui le ragazze e i ragazzi navigano in Rete durante la giornata, come comunità educante dobbiamo fare la nostra parte. Dobbiamo far sì che abbiano le competenze per un uso corretto e attivo degli strumenti di navigazione, ma anche per orientarsi e saper leggere in modo consapevole le informazioni che trovano in Rete. La Rete è una grande opportunità, ma dobbiamo fare in modo chele nostre giovani e i nostri giovani sappiano riconoscere e isolare i rischi e le situazioni problematiche che possono verificarsi navigando».

«Il 2017 – prosegue – è stato un anno molto importante per il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, per l’educazione a un uso consapevole e appropriato della Rete, anche sul fronte del linguaggio. Penso all’approvazione della prima legge dedicata a questi temi che attribuisce a una pluralità di soggetti compiti e responsabilità ben precisi, ribadendo il ruolo centrale delle scuole. Proprio in attuazione di quella legge, il 6 febbraio prossimo, nella stessa giornata in cui celebreremo il Safer Internet Day, avvieremo i lavori del Tavolo tecnico inter-istituzionale, insediato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e coordinato dal MIUR, che elaborerà un Piano di azione integrato per il contrasto e la prevenzione del cyberbullismo e realizzerà un sistema di raccolta di dati per monitorare l’evoluzione di questi fenomeni, avvalendosi anche della collaborazione della Polizia postale e delle comunicazioni e di altre Forze di polizia. Abbiamo a disposizione 1 milione di euro per le azioni di contrasto», conclude.

LEGGI QUI LA RICERCA

LEGGI ANCHE: TRISTI, INSICURI E INSODDISFATTI: È IL RITRATTO DEGLI ADOLESCENTI IPER-CONNESSI. L’ESPERTO: «IN REALTÀ DIPENDE DA COME SI USA IL WEB»

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