Nuova vittoria per le azioni portate avanti da Consulcesi per le mancate remunerazioni durante la specializzazione. Appello del presidente dell’OMCeO Palermo, Salvatore Amato: «Governo e Parlamento si diano una bella smossa per i diritti dei colleghi». Le testimonianze dei medici rimborsati
«Ho l’assegno in mano, ma ancora stento a crederci». La dottoressa Pierina Richiusa è tra gli oltre 200 medici siciliani che lunedì hanno ottenuto, presso l’OMCeO di Palermo, il rimborso grazie alle azioni collettive lanciate da Consulcesi per la mancata attuazione delle direttive Ue (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE) in materia di borse di studio agli specializzandi. Sanzionata dalla Corte di Giustizia europea, l’Italia si è messa in regola solo dopo il 2006, ma tutti coloro che si sono specializzati prima (secondo la Cassazione a partire dal 1978) non hanno ricevuto il corretto trattamento economico.
Come migliaia di colleghi di tutta Italia, la dottoressa palermitana, specialista in Endocrinologia, ha visto riconoscere il suo diritto e non nasconde la soddisfazione. «Nei cinque anni di specializzazione tra il ’91 ed il ’95 – ricorda la dottoressa Richiusa – ho trascorso lunghissime giornate in ospedale ed in ambulatorio sempre affiancata dal primario strutturato ma con numerosi compiti ed impegni anche di responsabilità, oltre alle guardie. Il tutto avveniva senza che ci rendessimo minimamente conto dell’ingiustizia ricevuta per colpa della mancata applicazione delle normative dell’Unione europea da parte del nostro Stato». Sono molti i medici a ricevere materialmente l’assegno di rimborso ed a ricordare gli anni duri della specializzazione. È il caso del dottor Francesco Raso, specializzato in Ortopedia, che ricorda i lunghi viaggi da Sciacca a Catania per la scuola post-laurea ed i sacrifici affrontati dalla sua famiglia. «Francamente quei soldi mi avrebbero fatto comodo all’epoca della specializzazione, ma in quel periodo non avevamo la minima idea dei nostri diritti». Da Trapani a Palermo per ricevere il suo rimborso, il dottor Salvatore Mulè, specialista in Ematologia, racconta di essersi attivato sulla scia dei tanti successi ottenuti dai colleghi: «Inizialmente ero scettico, ma poi mi sono convinto ed è stata la scelta giusta. Ho aderito quattro anni fa ed ho già ottenuto il rimborso». «Finalmente – aggiunge il dottor Carmelo Fontana, specializzato in Chirurgia Oncologica – vediamo riconoscere i nostri diritti ed è una bella sensazione perché in quegli anni lavoravamo sodo e siamo stati penalizzati dallo Stato».
Soddisfatto per il traguardo raggiunto dai colleghi, Salvatore Amato, presidente dell’OMCeO Palermo, ha lanciato un appello nel suo intervento nel corso della conferenza stampa in cui è stato annunciato il nuovo rimborso proprio presso la sede del suo Ordine. «Governo e Parlamento si diano una bella smossa – ha affermato Salvatore Amato –. Grazie a Consulcesi è stato riconosciuto il diritto previsto dalle leggi europee. Questo è avvenuto per la perseveranza dei legali che hanno assistito i colleghi medici, ma tanti altri sono rimasti fuori dai rimborsi dovuti. Per questo motivo, io che rappresento una istituzione come l’Ordine dei Medici, mi rivolgo, con un appello, all’Esecutivo e al Legislatore affinché si attivino per trovare una rapida soluzione a tutela di tanti professionisti finora esclusi».
Sono anni che il team legale di Consulcesi ottiene vittorie per gli ex specializzandi, in favore dei quali ha già fatto riconoscere oltre 530 milioni di euro. Si tratta di una cifra destinata a crescere in breve tempo visto che sono attese nuove pronunce dai Tribunali: secondo le stime, lo Stato rischia un esborso complessivo superiore ai 5 miliardi di euro. Per questo motivo, da tempo, si richiama l’attenzione delle istituzioni alla ricerca di una soluzione politica, che sembrava potesse essere quella proposta al Senato attraverso l’accordo transattivo previsto dal Ddl 2400. Il provvedimento, però, rischia di arenarsi in Commissione Bilancio dove è arrivato con il parere favorevole, ma con osservazioni, della Commissione Sanità. Le modifiche proposte al testo iniziale potrebbero, dunque, far allungare i tempi e questo mette a rischio il diritto di migliaia di medici specialisti vista l’imminente scadenza dei termini prescrittivi, che scadono nei prossimi mesi.
Sebbene i legali Consulcesi ritengano che in assenza di una norma attuativa, secondo i principi stabiliti dalla Cassazione, i termini di prescrizione non inizino a decorrere, invitano i medici specialisti a tutelarsi per far valere il diritto al rimborso, già riconosciuto a migliaia di professionisti. Per farlo è possibile seguire due strade: avviare l’azione legale, aderendo all’azione collettiva del 15 aprile, oppure produrre un atto interruttivo, ovvero una diffida, nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri competenti. «Invitiamo i medici che non lo avessero ancora fatto a non perdere il diritto riconosciuto ormai dai Tribunali di tutta Italia con numerose sentenze e rimborsi in favore dei ricorrenti – afferma Andrea Tortorella, Amministratore Delegato di Consulcesi –. Considerando, appunto, la ravvicinata scadenza della prescrizione ed il protrarsi dei tempi legati al Ddl 2400, sarebbe una beffa rimanere fuori e non ottenere il rimborso come migliaia di colleghi. La prossima azione collettiva è imminente: c’è tempo fino al 15 di aprile. Per maggiori informazioni è possibile contattare il sito www.consulcesi.it ed il numero 800.122.777».