«Giovani medici e futuro del SSN. Ritrovare l’unità dei medici». Intervista al Presidente uscente dell’OMCeO Firenze a margine del XXXI Congresso Nazionale CIMO. Elezioni dell’Ordine 19-21 novembre: in corsa Piero Tosi, Teresita Mazzei e Pasquale Morano
La formazione dei giovani medici, il precariato e la valorizzazione della professione medica: queste le priorità da seguire secondo Antonio Panti, Presidente uscente dell’Ordine dei Medici di Firenze dopo ben dieci mandati consecutivi.
È uno dei decani degli OMCeO italiani e ha da poco annunciato che non si ricandiderà nelle elezioni che tra il 19 e il 21 novembre sceglieranno il suo successore. L’abbiamo incontrato a margine del Congresso Nazionale CIMO – durante il quale è stato eletto Guido Quici come nuovo Presidente – e il presidente Panti si è lasciato andare ad uno sfogo che sa anche di bilancio della sua lunga stagione di impegno per i medici fiorentini e non solo.
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«Sono Presidente dell’ordine dei medici di Firenze dal 1987, ho vissuto la nascita del servizio sanitario nazionale ma, oggi, mi troverei in grande difficoltà nel fronteggiare tutte le problematiche sindacali e professionali che necessitano di una collaborazione fra federazione degli ordini e sindacati» ammette Panti.
«Il problema reale e concreto – individua il dottor Panti – è che, a differenza del passato, non riusciamo ad avere un interlocutore politico. La politica ignora e scavalca gli ordini, i sindacati e le società scientifiche – continua il Presidente – per questo, predico l’unità e la collegialità in una comunione di intenti tra tutte le componenti del sistema». Messaggio lanciato al suo successore che emergerà dalla sfida tra l’ex direttore generale delle Scotte di Siena, Piero Tosi, la professoressa Teresita Mazzei e il presidente regionale della Croce Rossa, Pasquale Morano (sul Corriere Fiorentino tutti gli schieramenti per le elezioni OMCeO).
Anche i giovani medici si trovano in grande difficoltà secondo Panti: quest’anno il concorso per le specializzazioni si svolge con grande ritardo e le previsioni per il futuro sono tutt’altro che rosee. Rimane sul tavolo, infatti, l’enorme problema del numero esiguo di contratti disponibili rispetto al gran numero di giovani medici, il cosiddetto “imbuto formativo”: tanti laureati che non trovano la specializzazione da una parte e il sistema sanitario nazionale a corto di medici dall’altra.
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«La regolamentazione stessa dell’accesso alle specializzazione è pura follia – sostiene il Presidente Panti -. Aumentare il numero delle borse è d’obbligo, altrimenti va a finire che una persona che è realmente motivata per fare lo psichiatra finisce per fare il chirurgo o nulla…». «Quello che è successo quest’anno è oltre il bene e il male – prosegue Panti in riferimento ai ritardi record del concorso – alle spalle di questo c’è un grande problema formativo, che parte dall’accesso alla Facoltà di Medicina».
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Puntare sui giovani creando nuovi percorsi di studio in grado di formare un professionista che risponda alle nuove esigenze dei cittadini, è l’obiettivo da raggiungere: «Noi stiamo creando medici che lavoreranno in una medicina completamente diversa da quella degli ultimi 50 anni e li prepariamo ancora secondo vecchi canoni».
Ripensare le norme che regolano l’accesso alla formazione è fondamentale così quanto delineare le competenze specifiche di una professione in continua evoluzione. In una situazione di «precariato intellettuale» è opportuno ridisegnare l’offerta formativa: «Non tanto per noi che siamo le persone che la rappresentano sulla via del tramonto, quanto per i giovani medici che entrano ora e hanno davanti un avvenire entusiasmante come medici ma estremamente difficile e a disagio come professionisti» conclude il Presidente Panti.