E per i medici pubblici resta il problema della colpa grave
A poche ore dall’entrata in vigore della norma che impone ai camici bianchi italiani di stipulare una polizza assicurativa, fa molto rumore la richiesta ufficiale proveniente dal Comitato Centrale della FNOMCeO di far slittare ancora una volta la scadenza di tale obbligo.
Il motivo principale che sta alla base di questa richiesta è “l’assenza molto probabile – si può leggere in una nota – di quel Decreto del Presidente della Repubblica previsto dalla legge Balduzzi per regolamentarne i requisiti minimi e avviare il fondo di solidarietà per le categorie più esposte ad altissimi costi dei premi”.
L’appello della FNOMCeO si è reso necessario “non solo – spiega ancora la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e Odontoiatri – per favorire l’accesso a polizze assicurative eque e sostenibili”, ma anche “per non allentare l’attenzione del Ministero della Salute sulle sue responsabilità in questa materia”.
Certo è che, comunque, “restano ancora più soli e più deboli tutti quei liberi professionisti, lasciati così allo sbando in un mercato assicurativo che argina la fuga delle compagnie dal ramo, solo in ragione di premi altissimi”. Premi che, come lamentano ormai da anni alcune categorie di medici, sono diventati troppo alti e, dunque, “sono inaccessibili a larghe fasce di professionisti, soprattutto giovani”.
Quest’obbligo, che fino a poco tempo fa riguardava i camici bianchi nella loro totalità, da qualche giorno rimane soltanto per i medici privati: una norma contenuta nella riforma della Pubblica Amministrazione ha infatti esonerato i medici che operano nel Servizio sanitario nazionale. Resta inteso, comunque, che anche per i medici pubblici rimane vivo il problema della colpa grave ed il relativo obbligo di copertura, non previsto dalle polizze Asl.