La presidente della Commissione Igiene e Sanità in Senato, De Biasi, sprona il Parlamento: “Necessario garantire sicurezza a professionisti e cittadini”
La legge sulla Rc professionale medica entrerà in vigore il mese prossimo, a meno di un ennesimo – e sempre più vociferato – slittamento, ma in Parlamento il dibattito è ancora acceso.
Le istituzioni che si occupano della Sanità sono inevitabilmente in prima linea, e sul tema, il nostro giornale ha intervistato la presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi, che sollecita un testo unificato tra le due Camere.
L’obbligo assicurativo imminente è un tema che le istituzioni devono affrontare in modo condiviso e completo, anche in prospettiva europea.
Senza dubbio: nel decreto sulla P.A. si opera anche sulla proroga assicurativa, e si sancisce l’obbligatorietà dell’assicurazione per il settore privato, e non per il pubblico. Ciò non significa far venire meno il sistema di sicurezza, ma semplicemente che l’assicurazione resta in capo alla struttura. Un secondo punto riguarda proprio il disegno di legge sulla responsabilità medica, da approvare con testo unificato alla Camera e al Senato, per sveltirne l’iter e vararla entro l’anno. Siamo l’unico Paese europeo a non avere ancora una normativa in materia, ed è grave dal momento che i professionisti necessitano sicurezza, e ancora più ne hanno bisogno i cittadini. Il rischio, altrimenti, è che tutto si risolva nel rapporto con gli avvocati.
Si tratta, nei casi di colpa grave, di una responsabilità che sussiste per tutti.
Certo, quello della colpa grave è un tema fondamentale. C’è un punto, però, che andrebbe chiarito anche nel disegno di legge unificato, e cioè quali sono i livelli di modifica del codice penale su cui poter agire. Posto che dovrà essere garantita la massima sicurezza per tutte le parti in causa, se non sarà possibile modificare il punto di vista penale credo che dovremo ragionare rapidamente in termini di garanzia complessiva.
Il tema delle assicurazioni introduce anche quello relativo alle cure transfrontaliere in Europa.
La medicina transfrontaliera implica che i medici e tutto il personale sanitario possano circolare liberamente in Europa. Lo stesso vale per i cittadini, che potranno scegliere liberamente dove ricevere le cure. Un obiettivo che, per essere raggiunto, ci impone di prevedere dei sistemi di informatizzazione interoperabili.