Assumere i 66mila precari reclutati in pandemia, con una modifica alla Legge Madia. La proposta FIASO fa il pieno di consensi e il presidente Migliore la presenta con FNOMCeO, FNOPI, FNO TSRM-PSTRP e CNOP
Sono 66.029 i professionisti sanitari reclutati con modalità straordinarie dal Sistema sanitario nazionale per far fronte alla pandemia. 20.064 medici, 23.233 infermieri e 22.732 operatori sociosanitari e altre professioni. Anche sulle loro spalle e sul lavoro più duro, che hanno affrontato sin dall’inizio, si è basata la strategia che ha portato l’Italia a tenere sotto controllo Covid-19, se non ancora a sconfiggerlo.
Ora, questi professionisti in scadenza rischiano di trovarsi nuovamente precari. Uno scenario, questo, che non può presentarsi. Da qui è scaturita la proposta di FIASO (Federazione italiana delle Aziende sanitarie ospedaliere) alle Istituzioni per la stabilizzazione di 53.677 di questi professionisti con un emendamento all’articolo 20 della Legge Madia. Escludendo solo i medici specializzandi iscritti a quarto e quinto anno, medici abilitati e non specializzati e personale in quiescenza reclutato con contratti di lavoro autonomo. Rientrerebbero tutti quei professionisti che abbiano maturato al 31 dicembre 2022 almeno 12 mesi di servizio continuativo e al 31 dicembre 2021 almeno 36 mesi.
In conferenza stampa a Roma, il presidente FIASO Giovanni Migliore ha illustrato la proposta circondato dal supporto e dalla condivisione delle Federazioni degli Ordini dei Medici, degli Infermieri, dei Tecnici sanitari e degli Psicologi.
Migliore ha ricordato come dal 2020 al 2024, calcolando le differenze tra pensionamenti e assunzioni, mancheranno 8.299 medici e 10.054 infermieri. Queste assunzioni proposte, dunque, anticiperebbero parte del fabbisogno di personale dei prossimi anni e consentirebbero di colmarne le carenze. Le dotazioni organiche in questo caso risponderebbero alle esigenze che il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza stabilisce.
Perché funzioni, il PNRR non può prescindere dalla formazione per creare nuove competenze e corrispondere quei bisogni assistenziali che necessariamente cambieranno dopo la pandemia. Stabilizzare il personale, ha ricordato Migliore, permetterebbe un investimento efficace dei fondi destinati alla formazione.
«Questo è un riconoscimento al valore di questi professionisti – ha spiegato Migliore ai microfoni di Sanità Informazione – che si è consolidato nel campo e ci ha permesso in un periodo difficile di superare la fase più critica. È poi un investimento per mettere in sicurezza il nostro servizio sanitario nazionale che viene da anni di tagli alle dotazioni organiche. Con questa misura daremmo una risposta concreta al bisogno di salute dei nostri concittadini».
«Io porto il ringraziamento della presidente Barbara Mangiacavalli – ha detto Cosimo Cicia, in rappresentanza di FNOPI -, noi abbiamo dall’inizio sposato questa iniziativa FIASO. Sono stati proprio questi precari a dimostrare di poter dare delle risposte che gli italiani meritano. E non solo precari, abbiamo bisogno anche di nuovi concorsi per tutte le professioni sanitarie».
«Va certamente verificata l’applicabilità e vanno fatti i conti – ha ricordato Filippo Anelli, presidente FNOMCeO – e serve anche un ragionamento che includa non solo il personale dipendente ma anche quello convenzionato che ha lavorato sul territorio. Questo è il punto di partenza per fare un ragionamento e credo che il governo debba cogliere questo stimolo che viene dal presidente Migliore e da tutte le Federazioni sanitarie, proprio perché l’interesse a rimettere al centro i professionisti c’è da parte di tutti. Il PNRR, che punta sulle novità strutturali, non può essere completo senza un investimento altrettanto importante sulle risorse umane».
«L’iniziativa di Fiaso è stata raccolta dalla nostra federazione perché bisogna stabilizzare quei professionisti che in pandemia hanno dato il loro contributo facendo la differenza – è il pensiero di Teresa Calandra, presidente FNO TSRM-PSTRP -. Guardiamo con favore anche alla possibilità di ampliare la platea di professionisti sanitari, non solo coloro che dovranno essere stabilizzati ma implementarli con nuove assunzioni».
«Riteniamo che chi ha operato per la pandemia debba avere un giusto riconoscimento – ha concluso David Lazzari, presidente CNOP -. Noi siamo contrari al precariato nella PA e anche nella sanità. Più in generale il problema è adeguare il numero delle persone ai nuovi bisogni. Noi abbiamo solo cinquemila psicologi nel SSN con età media di 58 anni, è uno dei settori su cui c’è più necessità di investire».
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