«Darktrace, con la sua intelligenza artificiale – sottolinea Luca Ciucciomini, account manager dell’azienda specializzata in cyber security – è in grado di rilevare i comportamenti anomali dei dispositivi presenti all’interno di una struttura sanitaria segnalando e bloccando le irregolarità»
La sicurezza del dato sanitario passa anche dalla formazione per il personale delle strutture ospedaliere. Lo ribadisce ai microfoni di Sanità Informazione Luca Ciucciomini, account manager di Darktrace, azienda leader al mondo per la cyber security. Darktrace ha partecipato alla terza edizione della Conferenza Big Data in Health 2019, dove scienziati, medici, aziende e istituzioni si sono riuniti per confrontarsi sulle opportunità offerte dai Big Data in ambito medico sanitario e di cui Sanità Informazione è stata media partner.
Parliamo di cybersecurity e innovazione: quali sono le maggiori criticità e i rischi che riscontrate nel settore?
«In ambito sanitario circolano molti dati sensibili che vanno protetti in maniera molto più robusta rispetto a soluzioni tradizionali. Nel momento in cui c’è un attacco informatico, si può arrivare ad un’esfiltrazione di dati personali e anche al blocco dell’operatività della struttura. Darktrace, con la sua intelligenza artificiale è in grado di rilevare i comportamenti anomali dei dispositivi presenti all’interno di una struttura sanitaria andando non solo a segnalare le irregolarità, ma anche a bloccarle. Tutti i dati sono analizzati in locale e Darktrace è in grado di analizzare le piattaforme cloud come la Google suite. Laddove la struttura ospedaliera usufruisca di piattaforme in cloud, è in grado di indicizzare il traffico proveniente da queste piattaforme, segnalando e eventualmente bloccando le utenze che si comportano in maniera singolare».
È necessaria una formazione specifica per gli operatori sanitari, così da evitare rischi?
«La formazione è fondamentale e deve essere continua e costante per il personale sanitario. Si può diffondere un malware all’interno della struttura sanitaria anche attraverso una chiavetta usb. Le persone sono il primo veicolo per un attacco informatico; si possono correre rischi anche, banalmente, cliccando su un link presente in una mail».