L’Istituto Superiore di Sanità ha ospitato il convegno dedicato alle applicazioni della nuova tecnologia nel mondo sanitario. Il direttore del Centro per la salute globale: «La blockchain è una cassaforte digitale di cui solo alcuni hanno il codice, utilizzabile per tracciabilità del farmaco, trial clinici e formazione ECM»
Le numerose domande che la platea ha rivolto ai relatori del convegno “Blockchain in sanità”, svoltosi oggi all’Istituto Superiore di Sanità, testimoniano la curiosità che questa tecnologia suscita. Ed è proprio per far fronte a questa richiesta di informazioni e chiarimenti che l’ISS, insieme a McCann Health e a Cittadinanzattiva, ha organizzato l’incontro.
È il direttore del Centro per la salute globale dell’ISS Stefano Vella ad annunciare l’impegno concreto dell’istituzione nello sperimentare questa tecnologia in sanità: «I dati della Piattaforma Italiana per lo studio delle Terapie delle Epatiti Virali (PITER) dell’ISS saranno il primo registro italiano a essere realizzato con tecnologia blockchain. Tutti gli epatologi e infettivologi del territorio disporranno così della più grande casistica di ricerca clinica sul tema con i dati di più di 10mila pazienti e 100 centri clinici raccolti nella piattaforma».
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«Significa – spiega Vella ai nostri microfoni – che tutti questi centri parteciperanno al possesso di questo database. È un fatto direi morale, democratico. In questo modo la proprietà diventa condivisa e allo stesso modo sicura, perché ogni modifica viene tracciata e notificata a tutti coloro che partecipano alla catena, che dovranno accettarla. In fondo – aggiunge – la blockchain non è altro che un registro decentralizzato, di cui ogni centro detiene una copia, e ogni volta che viene modificato la modifica viene riportata su tutte le copie della rete, avendo quindi sempre una copia aggiornata di tutti i dati e identificando immediatamente eventuali attacchi ad uno dei database. È una cassaforte digitale, di cui solo alcuni hanno il codice, e se qualcuno la apre gli altri lo sanno».
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Mettere in collegamento alcuni centri clinici è solo una delle innumerevoli applicazioni che la blockchain può avere in sanità: «È una tecnologia – prosegue Vella – che garantisce condivisione e sicurezza, e poiché i dati sanitari sono molto sensibili, la blockchain può essere molto potente in sanità. E più i dati vengono protetti, più il paziente si fiderà di fornirli, perché saprà che sono all’interno di una cassaforte». Ma non sono solo i dati che possono essere ‘salvati’ su blockchain: «Viene usata molto nell’industria farmaceutica per tracciare i farmaci; la FDA (Food and Drug Administration) americana la sta usando per i trial clinici. Ma potrebbe essere utilizzata, ad esempio, anche per la formazione ECM, rendendo trasparenti, sicure, protette e immodificabili tutte le informazioni legate all’obbligo di aggiornamento continuo di ogni medico».
Presenti alla giornata di approfondimento anche rappresentanti di aziende che stanno sviluppando soluzioni su blockchain, come Massimiliano Barawitzka, advisor di McCann Health, Sebastian Zdrojewski di Rights Chain Ltd e Andrea Tortorella, Ceo di Consulcesi Tech: «Sono necessari nuovi modelli tecnologici per la presa in cura delle persone – sottolinea Tortorella – e basti pensare che, grazie alla Blockchain, si potrà verificare l’identità digitale del paziente, tenere traccia della cronologia delle prescrizioni mediche, delle somministrazioni di farmaci e della relativa assunzione delle terapie. Attraverso gli smart contract, ad esempio, l’intero panorama dei dispositivi sanitari indossabili potrebbe compiere un salto di qualità. Sono tematiche, queste – prosegue Andrea Tortorella –, che vengono trattate anche nel Master in “Blockchain ed Economia delle criptovalute”, che stiamo lanciando con la Link Campus University, e nel libro “Cripto-svelate“. Domani porteremo la nostra expertise anche all’evento della Casaleggio Associati ‘Come la Blockchain rivoluzionerà il modo di operare delle imprese’ che avrà luogo a Milano e di cui siamo partner, grazie anche al nostro progetto “ConsulCoin Cryptocurrency Fund”, il primo fondo d’investimento EU regolato dedicato a cryptocurrency e tecnologia Blockchain del quale Consulcesi Tech è lead advisor».
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