Incontro al Miur tra delegazione FNOMCeO e il ministro dell’Istruzione. «Una delle ipotesi al vaglio potrebbe essere quella di un piano straordinario, da condividere con il Ministro della Salute Giulia Grillo, che prevederà, per i prossimi anni, un canale aggiuntivo di accesso alle scuole, con una quota di contratti riservati a coloro che, già laureati da un certo tempo, non abbiano trovato posto nelle specializzazioni», spiega il presidente FNOMCeO Anelli
La volontà comune di azzerare, nell’arco di cinque anni, l’imbuto formativo, il collo di bottiglia tra la laurea in medicina e le specializzazioni, che vede ad oggi intrappolati circa undicimila giovani medici, e di allineare il numero delle lauree a quello dei posti nelle scuole: è quanto è emerso dall’incontro avvenuto al Miur tra il Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, accompagnato dal Capo di Gabinetto Giuseppe Chiné, e una delegazione della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), composta dal Presidente, Filippo Anelli, dal Vicepresidente, Giovanni Leoni, e dal Presidente nazionale Commissione Albo Odontoiatri, Raffaele Iandolo.
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«Siamo estremamente soddisfatti di aver trovato questo punto d’incontro, che restituirà speranze e futuro a migliaia di giovani colleghi», afferma il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli. «Una delle ipotesi al vaglio potrebbe essere quella di un piano straordinario, da condividere con il Ministro della Salute Giulia Grillo, che prevederà, per i prossimi anni, un canale aggiuntivo di accesso alle scuole, con una quota di contratti riservati a coloro che, già laureati da un certo tempo, non abbiano trovato posto nelle specializzazioni», spiega.
Grande sintonia anche sulla necessità di allineare il numero di laureati al numero delle borse, obiettivo che del resto quest’anno è stato raggiunto: saranno infatti 8905 i contratti di formazione specialistica, cui vanno aggiunte le pressoché 2mila borse per il Corso triennale in Medicina Generale, per un totale di quasi 11mila posti nel post lauream, a fronte di un’attesa di circa 10mila nuovi laureati.
«Abbiamo chiesto al Ministro, trovando un buon riscontro, che questa corrispondenza tra lauree e borse sia normata con una Legge ad hoc – continua Anelli -. Con questi presupposti, nel giro di cinque anni potremo finalmente dire ‘basta’ all’imbuto formativo e calmierare l’annunciata carenza di medici specialisti e di Medicina Generale».
Pur trovandosi tutti concordi sulla necessità di un cambiamento nel meccanismo di selezione per l’accesso alla facoltà di Medicina, ad oggi giudicato, anche se già migliorato rispetto agli scorsi anni, ancora troppo aleatorio, non è stata sin qui trovata un’intesa sulle modalità. Il dialogo e il lavoro condiviso continueranno nei prossimi giorni.