Colpa grave: come funziona quando il professionista è autonomo ma opera in una struttura? «Non ci sono dubbi, la tutela deve essere garantita dall’assicurazione della struttura». Presentato da Consulcesi & Partners il manuale edito da Giuffrè
Dopo il seminario svoltosi all’Università Sapienza di Roma “Il rischio clinico e l’attuazione della Legge Gelli“, la due giorni di approfondimento sulla Legge 24/2017 che riforma la responsabilità professionale in sanità è continuata con la presentazione del libro “La nuova responsabilità sanitaria e la sua assicurazione”, realizzato dall’autore della legge Onorevole Federico Gelli, insieme agli avvocati Maurizio Hazan e Daniela Zorzit ed edito da Giuffrè. Alla presenza dello stesso Onorevole Gelli e degli esperti del settore, in occasione del confronto organizzato a Roma da Consulcesi & Partners e Sanità Sicura, l’Onorevole ha spiegato e commentato ai nostri microfoni alcune delle novità più significative della normativa, a partire dalla gestione del rischio clinico, «la parte centrale della legge», a detta di Gelli.
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«Grazie alla nascita delle funzioni di risk management in tutte le strutture sanitarie del nostro sistema, pubbliche e private – dichiara Gelli – interveniamo sul tema della prevenzione del rischio clinico, attraverso la trasparenza dei dati e la documentazione sanitaria. Un passaggio importante è quello della secretazione degli audit e dei verbali clinici, perché se crediamo nella prevenzione del danno e del rischio di tutti noi cittadini-pazienti dobbiamo anche mettere i nostri professionisti nelle condizioni di poter raccontare, elaborare, studiare, formare una nuova cultura».
Un’altra fattispecie particolare affrontata dalla legge è la gestione della colpa grave per i professionisti in partita Iva che tuttavia prestano la propria opera presso le strutture: in questi casi come si sviluppa la responsabilità professionale?
«Noi abbiamo diviso la responsabilità tra la struttura e i professionisti: per la struttura rimane la responsabilità di natura contrattuale, perché è evidente che il paziente nel momento in cui individua dove essere curato contrae un rapporto diretto con la struttura e quindi un rapporto di natura contrattuale. I professionisti che incontra all’interno della struttura, e che vi lavorano con qualunque tipologia di contratto, non possono che rispondere per una responsabilità extracontrattuale. Quindi per quanto riguarda coloro che operano nelle strutture – spiega l’Onorevole – la tutela deve essere garantita dalla copertura assicurativa di queste. Se il professionista dovesse compiere un errore grave, parliamo appunto di colpa grave, la struttura potrà poi rivalersi su quel professionista».
«Se però il cittadino – prosegue Gelli – si rivolge direttamente al professionista nel proprio ambulatorio privato, è chiaro che la volontà del cittadino è di rivolgersi ad un professionista particolare, quindi il rapporto con quel libero professionista non può che essere di natura contrattuale. Per i liberi professionisti quindi non cambia nulla: come oggi, ogni libero professionista deve avere la propria copertura assicurativa ed evidentemente il rapporto sarà tra il paziente e il libero professionista stesso».
Per essere completamente operativa, la Legge attende ancora l’approvazione degli ultimi decreti attuativi, dopo l’emanazione dei primi due: «Molto probabilmente faremo un decreto omnibus che comprenderà i tre decreti attuativi riguardanti la disciplina del sistema assicurativo». Quando? «Credo che i tempi siano molto brevi, spero entro il mese di novembre, ma sicuramente entro la fine dell’anno», annuncia l’Onorevole Gelli.
«Anche se i decreti attuativi non sono ancora stati tutti emanati, vediamo già i primi effetti della Legge Gelli», è il commento di Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, realtà leader nella tutela dei camici bianchi. «A livello processuale il rapporto medico-paziente sta già subendo degli influssi positivi da questa Legge. Una legge assolutamente necessaria e fondamentale per regolamentare il comparto della sanità e fare in modo che si metta ordine sulle attività processuali che investono la categoria dei medici. In queste occasioni infatti spesso i medici vengono trattati male e si parla di loro in senso negativo. In questo modo invece saranno puniti solo coloro che devono essere veramente puniti, e anche l’immagine della sanità italiana è tutelata», conclude il Presidente Tortorella.