Il presidente dell’Ordine dei Medici di Milano: «Scelta sbagliata somministrare Astrazeneca ai libero professionisti quando gli ospedalieri hanno ricevuto Pfizer. E per la campagna degli over 80 troppa burocrazia nelle prenotazioni»
Con 593mila dosi, la Lombardia è al primo posto tra le regioni italiane per numero di vaccini anti-Covid somministrati. Un primato che non esenta la regione da critiche provenienti dalle categorie sanitarie. Il presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Milano, Roberto Carlo Rossi, alza gli scudi in difesa dei libero professionisti: non sono medici di serie B, sostiene, e ai nostri microfoni spiega perché non condivide il trattamento a loro riservato.
«I medici libero professionisti ed odontoiatri in molti casi vengono vaccinati con Astrazeneca e invece per gli ospedalieri e i medici di medicina generale si usava Pfizer. Al di là del fatto che entrambi i prodotti possono essere validi, la differenza ha generato giuste rimostranze. Non perché non si abbia fiducia in un farmaco – puntualizza -, ma la cosa più logica sarebbe continuare con lo stesso vaccino. Per questo abbiamo fatto richiesta alla Regione».
Nel frattempo, è partita la campagna vaccinale anti-Covid per gli over 80. Nelle ultime 48 ore in Lombardia sono state somministrate da ATS oltre 6000 dosi, mentre le adesioni sono a quota 470 mila. Di queste 300 mila effettuate sul portale, 140 mila attraverso i farmacisti e 19 mila dai medici di medicina generale. Il presidente dell’Ordine dei medici di Milano lamenta però una certa difficoltà nel gestire le prenotazioni.
«Ai nastri di partenza c’è stato un problema di definizione dei ruoli – commenta Rossi -. In Regione hanno pensato che a prendere gli appuntamenti fosse il medico di medicina generale. Ipotesi impraticabile, perché non solo la procedura prevista comporterebbe l’identificazione di un codice OTP sul telefono e la stampa del documento da consegnare in formato cartaceo agli over 80 prenotati, ma richiederebbe la presenza costante di un professionista per gestire la parte burocratica. Una procedura macchinosa, complessa, impossibile da svolgere per chi ha oltre 300 anziani con più di ottanta primavere. Quindi abbiamo chiesto l’attivazione di un comitato regionale per evadere le pratiche – aggiunge Rossi, – e al contempo abbiamo anche chiesto aiuto per la vaccinazione a domicilio da effettuare a coloro che non sono trasportabili».
«Bisogna ragionare sui grandi numeri – continua – e assumere personale qualificato, come ingegneri gestionali, che si occupino di questo aspetto. La partenza della campagna vaccinale non mi sembra ben riuscita, ma sono pronto a ricredermi se i fatti mi dovessero smentire».
Il 15 febbraio sono state somministrate le prime dosi ai medici di medicina generale e ai libero professionisti. Previste 550 dosi al giorno per un totale di 2900 presso il COM di Milano, (Centro Ospedaliero Militare) in collaborazione con l’ASST Santi Paolo e Carlo. Ieri, invece, presso il Centro vaccinale dell’ospedale in fiera ha preso il via la campagna vaccinale degli agenti di polizia locale. Sono intervenuti per l’occasione il Capo della polizia, Franco Gabrielli, e il Prefetto di Milano Renato Saccone.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato