La parola ai giovani medici: “Le istituzioni trovino una soluzione, o andremo all’estero”
Non si è ancora spenta l’eco della protesta dopo il caos dei test di specializzazione: resta, infatti, la rabbia e l’incertezza dei giovani medici di fronte ad un sistema che fa acqua da tutte le parti, motivo per cui i futuri camici bianchi chiedono alle istituzioni un cambio di rotta. Sanità Informazione ha ascoltato la testimonianza ed il parere di due giovani specializzande, Giulia e Laura.
Giulia, la manifestazione davanti al Miur ha evidenziato il malcontento dei giovani medici. Cosa chiedete al ministro e alle istituzioni?
Innanzitutto un’ammissione delle responsabilità per aver creato questo caos. Ora bisogna sanare questa situazione e risarcire tutti i partecipanti al concorso che hanno visto lesi i propri diritti, ma soprattutto prendere atto di tutte le ripercussioni sul Servizio sanitario nazionale. E’ necessaria una soluzione immediata e concreta che da un lato tuteli la nostra dignità personale, e dall’altro l’aspetto economico e professionale.
Il ministro Giannini guarda al modello francese per riformare il sistema. Potrebbe essere una soluzione?
Bisogna agire con criterio: è inutile rifarsi al sistema francese se i presupposti di partenza sono completamente diversi. In Francia, infatti, vige un sistema che programma gli accessi ai corsi di laurea in medicina in base alle borse di specializzazione disponibili. Così si garantisce a tutti la possibilità di completare la formazione, che è il fisiologico proseguimento degli studi: senza formazione, infatti, si è semplicemente abilitati come guardie mediche o per effettuare sostituzioni. Tra l’altro in Francia il concorso nazionale serve unicamente a distribuire i posti di lavoro sul territorio. Posti che ci sono per tutti, fermo restando il criterio meritocratico.
Molti suoi colleghi valutano una “fuga all’estero”: un vero peccato per il nostro Paese…
Stiamo cercando di farci sentire proprio per evitarlo, per non essere messi spalle al muro e, a malincuore, fare le valigie.
Laura, la soluzione del ministro Giannini di escludere le due domande incriminate per evitare il caos e i ricorsi non è stata soddisfacente…
La decisione di “neutralizzare” due domande non è assolutamente meritocratica, ed inficia enormemente le graduatorie. Stiamo affrontando un concorso dove un solo decimo di punto vale decine di posizioni: potete immaginare cosa significano due punti in più o in meno. Le graduatorie ormai sono completamente falsate.
La strada per sanare questa insoddisfazione sembra essere proprio quella dei ricorsi. Pensate a questa soluzione?
Certo: ci stiamo già organizzando, perché riteniamo il concorso assolutamente non valido. Esclusi o ammessi, siamo tutti coinvolti. Abbiamo aspettato questo concorso per un anno e mezzo, abbiamo sudato mesi interi per prepararlo… Non meritiamo questo trattamento a causa di un errore umano.