In occasione della Giornata Internazionale dell’infermiere, che si celebra oggi 12 maggio, il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella chiede di rivedere le modalità di accesso alla facoltà di Infermieristica. Urgenti anche misure che rendano la professione più attraente in Italia
Circa 70mila infermieri. A tanto ammonta l’attuale fabbisogno di queste figure professionali in Italia. «È una lacuna importante, destinata ad aumentare nei prossimi anni – commenta Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi -. «C’è solo un modo per risolvere il problema alla radice ed è quello di aumentare i laureati e quindi di allargare le maglie strette del numero chiuso» aggiunge.
Mentre infatti sono stati aumentati significativamente i posti per l’accesso ad alcune professioni sanitarie, ad esempio con l’aggiunta di nuove borse per entrare nelle Scuole di Specializzazione, per gli infermieri si è fatto poco o nulla. Nel 2021 sono stati previsti 1.173 posti in più rispetto al 2020. Molto pochi rispetto all’attuale fabbisogno.
Nel frattempo, i 460mila infermieri che oggi lavorano nelle strutture italiane devono fare i conti con turni di lavoro massacranti a fronte di una retribuzione molto bassa e a pochissime prospettive di carriera. Non stupisce che in 10-15 anni la bellezza di 20mila infermieri italiani hanno deciso di fuggire all’estero. «La Giornata internazionale dedicata agli infermieri quindi può essere l’occasione, non solo di celebrare l’encomiabile lavoro di questi ‘angeli custode”, ma anche di rendere più attraente una professione oggi troppo bistrattata» sottolinea Tortorella.
Allargare le maglie del numero chiuso quindi è fondamentale, ma questo da solo non basta. «Per ridare dignità alla professione dell’infermiere serve un adeguato riconoscimento economico e la possibilità per il professionista di migliorarsi, allargando e affinando le proprie competenze» sottolinea Tortorella.
Non a caso Consulcesi, provider di servizi di consulenza e assistenza legale per i professionisti della salute e leader italiano nella fornitura di corsi accreditati ECM dedicati all’aggiornamento su specifiche tematiche, offre proprio agli infermieri un ampio ventaglio di possibilità formative, non mancando di affrontare con questi questioni complesse come la responsabilità professionale durante la gestione dell’urgenza-emergenza, o nella somministrazione dei farmaci.
«La prospettiva di una carriera può essere una vera e propria calamita per i giovani che vogliono avvicinarsi alla professione infermieristica – sottolinea Tortorella -. È questo quello di cui abbiamo bisogno affinché l’attuale lacuna di professionisti, non si trasformi in una vera e propria voragine nei prossimi 5-10 anni» conclude.
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