«Pochi vogliono lavorare in una situazione di emergenza per i rischi di contenzioso medico-legale e di aggressioni da parte di pazienti o familiari per i lunghi tempi d’attesa», denuncia Giuseppe Monaco, delegato Cisl Medici Lombardia per le trattative della dirigenza medica. Oltre all’incentivo degli ottanta euro, la proposta prevede una tantum di 1.500 euro annui per tutto il personale medico di Pronto Soccorso
Incentivare con una maggiore retribuzione i medici per tamponare la carenza di camici bianchi ed affrontare l’emergenza dei tre mesi estivi. Secondo Cisl Medici Lombardia, infatti, con una retribuzione di 80 euro l’ora per i turni aggiuntivi dei medici di Pronto Soccorso, sarebbe possibile superare la situazione di emergenza che vive il settore in Lombardia. «Attualmente i turni aggiuntivi in Pronto Soccorso sono pagati tra i 7 e i 20 euro l’ora e nessuno vuole farli – afferma Giuseppe Monaco, delegato regionale Cisl Medici per le trattative della dirigenza medica -. Un accordo per incentivare i medici dei Pronto Soccorso è stato raggiunto a Bologna, perché non fare altrettanto in Lombardia? La Regione deve prendere atto delle difficoltà dei medici e agire di conseguenza, anche nell’interesse dell’utenza».
Secondo Cisl Medici Lombardia in questo modo sarebbe possibile garantire l’adeguatezza degli organici delle strutture della rete di Emergenza Urgenza, favorendo la rotazione volontaria del personale medico tra i Pronto Soccorso dei grandi poli ospedalieri ed i Pronto Soccorso territoriali.
Oltre all’incentivo degli ottanta euro, la proposta prevede una una tantum di 1.500 euro annui per tutto il personale medico di Pronto Soccorso. «Da tempo la situazione dei Pronto Soccorso nella Regione è molto complicata per diversi motivi – spiega Monaco -. I bandi d’assunzione vanno a vuoto; pochi vogliono lavorare in una situazione di emergenza per i rischi di contenzioso medico-legale e di aggressioni da parte di pazienti o familiari per i lunghi tempi d’attesa; non solo, molti camici bianchi specializzati rifiutano di farsi assumere nei piccoli ospedali della Provincia».
Il fabbisogno di dieci medici per le Unità Operative Complesse di Pronto Soccorso Emergenza Territoriale Spoke può essere soddisfatto, secondo la Cisl Medici Lombardia, anche mediante la possibilità di utilizzare medici volontari, provenienti da altre ASST, nell’ambito del proprio orario di lavoro, in applicazione del criterio di turnazione in vigore. «Come previsto dall’accordo sulle risorse aggiuntive regionali del 2017, che introduceva forme di incentivazione a chi opera nell’Ats della Montagna – conclude Monaco – si potrebbe utilizzare la stessa flessibilità organizzativa per coprire i turni di Pronto Soccorso nelle realtà disagiate individuate dalle Ats, incentivando economicamente i medici che aderiscono. Regione Lombardia, da sempre con bilancio virtuoso, avrebbe, in questo modo, l’occasione per dimostrare ancora la sua leadership nella sanità italiana prevenendo ciò che sta accadendo in Veneto, Emilia-Romagna, Molise».