Per la Cassazione occorre dimostrare che la struttura sanitaria era in grado di garantire gli esami necessari e il medico poteva intervenire. Con la sentenza n. 39497 del 29 agosto 2017 la Corte ha infatti stabilito che non è possibile addebitare all’infermiera di turno la responsabilità dello shock emorragico riportato da un paziente, per il […]
Per la Cassazione occorre dimostrare che la struttura sanitaria era in grado di garantire gli esami necessari e il medico poteva intervenire.
Con la sentenza n. 39497 del 29 agosto 2017 la Corte ha infatti stabilito che non è possibile addebitare all’infermiera di turno la responsabilità dello shock emorragico riportato da un paziente, per il solo fatto che la stessa non ha allertato il medico di guardia sul peggioramento delle condizioni di salute del malato. A tal fine è infatti necessaria la prova che, nel cuore della notte, la struttura sanitaria fosse in grado di garantire gli esami di laboratorio necessari a diagnosticare la complicanza emorragica e che, se l’infermiera avesse avvisato il medico, questi avrebbe potuto compiere immediatamente gli interventi utili a impedire l’aggravarsi e il complicarsi della condizione di shock emorragico.