Ai nostri microfoni il Coordinatore dell’Osservatorio sulle Medicine e Pratiche non Convenzionali della FNOMCeO, spiega perché il settore sta ricevendo un’attenzione sempre maggiore in tutto il mondo: «Medicina tradizionale e medicina “non convenzionale” possono e, anzi, devono convivere per una cura completa al paziente. Viene prima la scienza, ma noi medici dobbiamo continuamente aggiornarci su nuove pratiche sempre più efficaci per i pazienti».
«Medicina tradizionale e medicina “non convenzionale” possono e, anzi, devono convivere per fornire ai pazienti una cura completa». Parola di Dario Chiriacò, Presidente dell’OMCeO di Rieti e coordinatore dell’Osservatorio sulle Medicine e Pratiche non Convenzionali della FNOMCeO. Nessuna contrapposizione, dunque, tra due tipi di assistenza sanitaria che «nel resto del mondo “civile” convivono senza problemi». Anche in Italia questo tipo di medicina sta riscuotendo sempre più successo, come testimonia la decisione della Commissione Nazionale ECM di riconoscere 4 crediti al mese per medici e farmacisti che frequentano corsi in materia di agopuntura, fitoterapia e omeopatia. Abbiamo chiesto al Presidente Chiriacò cosa pensa di questa innovazione.
«Non posso far altro che vedere la questione in termini positivi. Intanto, si tratta di un’attenzione ad un tipo di medicina che sta crescendo costantemente: basta vedere cosa è successo solo pochi giorni fa in Svizzera, dove la medicina non convenzionale è stata equiparata a quella ufficiale. Questo per dire come esista in Europa e nel mondo una attenzione crescente sul tema, e dunque anche questa presa di posizione in Italia relativa alla formazione ECM è da guardare in termini positivi. Ben vengano iniziative di questo genere».
Secondo lei, a cosa si deve il successo che la medicina complementare sta avendo?
«La medicina complementare, o medicina integrata, e quella ufficiale, che chiamiamo “allopatica”, vanno sempre in parallelo in tutti i Paesi civili. Per cui abbiamo ospedali in cui si praticano sia la medicina ufficiale che quelle complementari. Sotto questo aspetto, in Italia siamo un pochino indietro, nonostante l’attuale Ministro della Salute mi abbia dimostrato diverse volte una certa attenzione verso le medicine integrate. È dunque arrivato il momento di colmare questo gap. Questo interesse è uscito fuori anche nel corso dell’ultima Conferenza Stato-Regioni. Le due medicine si devono integrare: anche io devo la mia sopravvivenza al fatto che esiste una brillante medicina allopatica, che negli ultimi tempi ha fatto delle conquiste davvero notevoli, ma dobbiamo tenere conto che abbiamo anche una omeopatia che non è più quella di qualche anno fa. Entrambe sono forme di medicina che si devono assolutamente integrare per dar vita a grandissimi risultati. Perché mentre la medicina allopatica è un qualcosa di eccezionale nei casi di patologie acute e chirurgiche, ha un suo punto debole in quelle croniche, dove invece interviene con risultati senza dubbio migliori l’omeopatia, ovviamente se il medico è correttamente preparato e formato. Insomma, il cittadino sta prendendo coscienza che, fondamentalmente, c’è stato negli ultimi tempi un abuso di farmaci, che esistono una serie di sostanze tossiche nell’aria, nell’alimentazione, eccetera. L’omeopatia ha un’azione di regolamentazione, di disintossicazione, di normalizzazione di una serie di funzioni vitali fondamentali».
Per approfondire:
Chiriacò: «L’Italia è leader sull’omeopatia ma bisogna formare meglio medici e cittadini»
L’Omeopatia tra formazione e informazione: “Sfatiamo i falsi miti su questa materia”