«Questo contratto dà una idea più chiara di quelli che possono essere i percorsi economici al personale dipendente» spiega Antonio Naddeo. Che poi annuncia: «Appena arriva l’Atto di indirizzo comincia la trattiva per il rinnovo del contratto dei medici»
È stato per certi aspetti un contratto storico, quello del comparto sanità 2019-2021, firmato da tutte le sigle sindacali di settore Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, FIALS, Nursind, Nursing Up. Un accordo che interessa 550 mila lavoratori di cui 270 mila infermieri che riceveranno aumenti da 146 fino a 170 euro.
Tra le principali novità una revisione del sistema di classificazione del personale prevedendo cinque aree di inquadramento, accogliendo la recente innovazione legislativa di un’area di elevata qualificazione. Novità che sono state messe in risalto nel corso del Congresso del sindacato Nursind in una tavola rotonda a cui hanno partecipato il presidente ARAN Antonio Naddeo e i rappresentanti di tutte le sigle sindacali che hanno firmato.
«Secondo noi è un buon contratto, innovativo – spiega Naddeo a Sanità Informazione -. Il contratto è lo strumento che viene messo a disposizione dei datori di lavori e dei sindacati sui posti di lavoro. Poi sono le persone che fanno sì che questo contratto diventi veramente innovativo. Un contratto, o una legge, non può essere quello che risolve il problema interno di una organizzazione del lavoro».
«Il nuovo sistema di classificazione del personale perché questo contratto lo va a rivedere dopo venti anni. L’altra cosa importante del contratto è il nuovo sistema di progressione economica orizzontale che è semplificato rispetto al passato e dà una idea più chiara di quelli che possono essere i percorsi economici al personale dipendente, tra cui il personale infermieristico. Perciò la semplificazione dell’ordinamento professionale è sicuramente la cosa più importante».
«Io faccio i contratti del pubblico impiego e in tutti i contratti dove mi sono seduto, come ad esempio quello della scuola, si dice che i lavoratori devono guadagnare di più. Questo non è compito dell’ARAN, ma del governo. Secondo me questo contratto 2019 – 2021, con gli interventi legislativi specifici del settore sanità, hanno dato un adeguato incremento economico. Poi se si deve guadagnare di più si vedrà però un segnale economico è stato dato».
«Non si può non considerare. È un modello che si può riproporre. Sta alle regioni e al governo decidere se dare più risorse e a quali categorie».
«Deve arrivare l’atto di indirizzo da parte del Comitato di Settore. L’ARAN inizia le trattive dopo l’emanazione dell’atto di indirizzo. So che è stato fatto ed è al controllo del MEF e del Ministro della Pubblica amministrazione. Appena sciolgono alcuni nodi su quel contratto iniziamo la trattativa anche per i medici».
«Sono tutte dure all’inizio. Quando ti siedi al tavolo, le posizioni sono distanti. Lo scopo del sindacato e dell’ARAN è quello di chiudere il contratto, e di solito c’è la volontà da parte di tutti, il contratto si fa. La durezza di una trattativa sta in tante altre cose. Forse per i medici non ci sono tantissimi problemi ma vedremo».
«Andranno in piazza e spiegheranno le loro ragioni, ma il mio lavoro è fare i contratti. Il discorso dei soldi è un’altra partita».
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