Il documento affronta in prima istanza alcune questioni specifiche legate al benessere delle persone LGBT+ quali il benessere psicologico, la salute sessuale, i comportamenti legati alla salute, gli ostacoli all’accesso ai servizi sanitari.
LGBT è l’acronimo che, a partire dagli anni Novanta, è impiegato per indicare le persone che non si riconoscono come cisgender e/o eterosessuali e che si identificano come Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender. Al fine di rendere l’acronimo più inclusivo è stato aggiunto il simbolo + per riferirsi alle persone intersex, gender diverse, genderqueer, genderfluid, asessuali, etc.
Nonostante l’impegno crescente delle istituzioni internazionali (OMS, UN, EC, etc.) in termini di politiche sociosanitarie inclusive rivolte a questa fascia di popolazione, le persone LGBT+ tuttora subiscono forti discriminazioni in ogni aspetto della vita quotidiana incluso l’accesso e l’utilizzo dei servizi sanitari e la fruizione di risorse determinanti in termini di salute come la scuola, l’alloggio e il lavoro. Gli atteggiamenti discriminatori nei riguardi della popolazione LGBT+ nella pratica medica sono una realtà anche in Italia, per cui è necessario che il personale sanitario venga messo a conoscenza di alcune questioni che riguardano la presa in carico delle persone LGBT+ al fine di fornire servizi sufficientemente inclusivi, erogati sulla base dell’equità e della non discriminazione.
Da qui l’impegno dell’Istituto superiore di sanità nell’elaborare alcune linee di indirizzo per migliorare la comunicazione da parte del personale sanitario con i/le pazienti LGBT+. Il documento contenente le linee di indirizzo, approvato in seduta plenaria dall’Osservatorio dedicato alla Medicina di Genere lo scorso giugno, è stato redatto a cura del Gruppo di Lavoro “Diseguaglianze di salute legate al genere”.
Il documento affronta in prima istanza alcune questioni specifiche legate al benessere delle persone LGBT+ quali il benessere psicologico, la salute sessuale, i comportamenti legati alla salute, gli ostacoli all’accesso ai servizi sanitari. Vengono poi suggerite alcune pratiche inclusive che comprendono la formazione e aggiornamento del personale sanitario, la creazione di un ambiente accogliente e l’attenzione alla riservatezza.
Infine, vengono promosse alcune buone pratiche di comunicazione specifiche che partono dal non dare per scontato che la persone che ci troviamo davanti sia di orientamento eterosessuale, assumere un atteggiamento affermativo di fronte ad un coming out, rispettare le famiglie omogenitoriali, così come vengono poi affrontate alcune criticità specifiche nella comunicazione con le persone Tgd.