Lavoro e Professioni 10 Novembre 2020 12:20

Con la seconda ondata in aumento ostetriche e donne incinta positive al Covid

Vaccari (FNOPO): «Grazie a tamponi e test sierologici regolarmente effettuati a personale sanitario e pazienti scoviamo tempestivamente anche i positivi asintomatici. Con l’introduzione dei test rapidi nelle sale parto il tracciamento sarà ancora più efficace»

di Isabella Faggiano
Con la seconda ondata in aumento ostetriche e donne incinta positive al Covid

È proprio mentre si apprestano a vivere il giorno più bello della loro vita, quello in cui diventeranno mamme, che potrebbero scoprire di essere affette da Covid-19. Nella maggior parte dei casi non hanno sintomi gravi ma, se non assistite nel modo appropriato, l’impatto della malattia può avere effetti psicologici devastanti: durante il ricovero non ricevono visite e, una volta tornate a casa, continueranno a vivere isolate per tutelare la propria sicurezza e quella altrui.

Una realtà difficile anche solo da immaginare che, purtroppo, riguarda un numero crescente di neomamme: «Se durante la prima ondata della pandemia le gravide contagiate dal Covid-19 sono state pochissime, ora le donne positive al virus che si apprestano a partorire sono decisamente aumentate – dice Silva Vaccari, vice presidente FNOPO, la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica -. Di solito, non presentano un quadro clinico preoccupante, ma anche in presenza di sintomi lievi si attiva una rigida strategia assistenziale. I parametri vitali sono costantemente monitorati, con una particolare attenzione all’ossigenazione durante il travaglio e la fase espulsiva. Se le condizioni della paziente sono buone si punta ad una degenza post-parto quanto più breve possibile, disponendo il rientro a casa in ambulanza per evitare la diffusione del contagio. La donna sarà poi seguita durante la sua quarantena a domicilio. Anche i neonati sembrano essere più coinvolti da questa seconda ondata, ma – assicura l’ostetrica – i quadri clinici, di solito, non sono preoccupanti».

IL PERCORSO NASCITA AI TEMPI DEL COVID

L’aumento dei casi tra le mamme e i loro bambini ha, inevitabilmente, modificato l’approccio al percorso nascita: «Attualmente –  continua Vaccari – qualsiasi partoriente è trattata come potenzialmente positiva. Nonostante i tamponi siano sempre effettuati preventivamente rispetto alla data presunta del parto, non è raro che una donna negativa al primo test risulti poi positiva al momento del travaglio. Laddove possibile, si cerca comunque di garantire alla gravida la presenza di un accompagnatore a sua scelta, che le stia vicino durante questo percorso unico ed irripetibile. È dimostrato che la solitudine aumenta la percezione dolorosa».

Ma non tutti i cambiamenti del percorso nascite Covid sono stati peggiorativi. «Al contrario, l’isolamento può essere considerato favorevole, creando una maggiore intimità tra la coppia e il nuovo nato». Un isolamento, però, che una volta tornati a casa può diventare un’arma a doppio taglio: «Le neomamme hanno bisogno di essere supportate anche da un punto di vista psicologico. Ripresa la propria routine, non potranno ricevere visite di amici e parenti e solo l’assistenza territoriale potrà dar loro aiuto e conforto. È per questo che, ancora una volta, rafforzare i servizi del territorio rappresenta un’urgente priorità».

LA SECONDA ONDATA NON RISPARMIA NESSUNO: PIU’ CONTAGI ANCHE TRA LE OSTETRICHE

«Le sale parto sono considerate luoghi ad alto rischio – sottolinea Vaccari – tanto che anche tra le ostetriche è aumentato il numero dei contagi o, forse, semplicemente quello delle diagnosi». Rispetto alla fase 1, infatti, tamponi e test sierologici sono regolarmente effettuati a personale sanitario e pazienti, per scovare tempestivamente anche i positivi asintomatici. Ora, con i test rapidi gli affetti da Covid-19 apparentemente sani potranno essere rintracciati ancora più precocemente: «Uno dei tasselli che migliorerà ulteriormente la gestione del percorso nascita sarà proprio l’introduzione dei test rapidi all’interno degli ospedali, che dovrebbero essere forniti primariamente ai pronto soccorso ed alle sale parto. Sapere nel giro di poche ore quali sono le reali condizioni della paziente – conclude la vicepresidente delle ostetriche – ci permetterà di tutelare in modo ancora più efficace la salute della donna, quella del suo bambino e di tutti i sanitari che l’assistono».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Nasce il progetto PMLAb per i pazienti COVID-19 immunocompromessi
La gestione del paziente immunocompromesso con COVID-19 richiede una particolare attenzione, che si concretizza con le Profilassi Pre-Esposizione con anticorpi monoclonali. A questo scopo è nato il progetto Prevention Management LAboratory (PMLAb), presentato oggi a Roma
Covid: 3 o più dosi di vaccino in gravidanza aumentano la protezione dei neonati
Le donne in gravidanza che ricevono tre o più dosi di vaccino anti-Covid durante la gestazione presentano un livello di anticorpi specifici contro l’infezione nel cordone ombelicale di circa dieci volte più alto rispetto a quanto riscontrato nelle madri che hanno effettuato meno richiami. E questo offre una maggiore protezione ai nascituri. A dimostrarlo è uno studio condotto dagli scienziati dell’Università di Washington a Seattle
Troppo paracetamolo in gravidanza aumenta il rischio di problemi comportamentali nei bambini
Il consumo eccessivo di paracetamolo durante la gravidanza può aumentare il rischio che il bambino sviluppi problemi di attenzione e comportamento già all'età di 2, 3 e 4 anni. Lo studio condotto dalla University of Illinois Urbana-Champaign è stato pubblicato sulla rivista Neurotoxicology and Teratology
Caldo estremo aumenta il rischio di complicanze in gravidanza
L'esposizione al caldo estremo, eventualità diventata più frequente a causa dei cambiamenti climatici durante la gravidanza è stata collegata a un aumento del rischio di grave morbilità materna, cioè di complicanze durante il travaglio e il parto. I rischi sono maggiori se l'esposizione è avvenuta durante il terzo trimestre di gravidanza. Questo è quanto emerso da uno studio condotto dal Kaiser Permanente Southern California, pubblicato sulla rivista JAMA Network Open
Creato un modello completo di embrione umano, senza spermatozoi e ovuli
Non sono stati utilizzati né spermatozoi, né ovuli e né utero. Il nuovo modello di embrione sviluppato da un gruppo di ricercatori del Weizmann Institute, in Israele, è stato generato con cellule staminali. Nonostante questo è quasi identico a  un embrione umano vero di 14 giorni, in grado addirittura di rilasciare ormoni da far risultare positivo un test di gravidanza in laboratorio. Non mancano i quesiti etici
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...