Schembri (Fimmg Formazione): «Rivedere programma formativo integrando la formazione-lavoro, ma no alla trasformazione del corso in specializzazione»
Prossimità, domiciliarità, fiducia. Parole che ripete più volte Erika Schembri, neo-eletta segretaria nazionale di Fimmg Formazione, sia dal palco della sessione istituzionale del Congresso della Fimmg che ai nostri microfoni. Questi i cardini intorno ai quali dovrà continuare a svilupparsi la Medicina Generale del futuro che si sta progettando in questi mesi.
Un progetto del quale i giovani medici in formazione vogliono essere parte attiva: «Vogliamo partecipare come protagonisti ad un cambiamento della medicina generale che ha bisogno di un’evoluzione, ma che deve rimanere salda ai suoi principi fondamentali che ne definiscono l’identità», specifica. A partire da quel «rapporto libero professionale convenzionato» che «attualmente è l’unica forma contrattuale che ci permette un’autonomia organizzativa e ci consente di offrire ai pazienti la risposta ai loro bisogni di salute, assistendoli nella quotidianità».
Bocciata, per la Schembri, l’ipotesi di una trasformazione del corso di formazione in medicina generale in specializzazione: «Parliamo di un’opzione distante dalla realtà dei fatti – spiega -. La nostra riflessione invece si concentra su una riforma dei contenuti del programma formativo, che deve prevedere degli obiettivi ben definiti e uniformi su tutto il territorio nazionale e sicuramente deve fare un balzo in avanti nell’ambito della formazione-lavoro, da integrare nell’offerta formativa e attuare ora al di là dell’emergenza», conclude.
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