“Il personale sanitario ha offerto in questi anni prova non comune di sacrificio. L’opportunità mi è grata per esprimere la riconoscenza della Repubblica per il contributo delle professioni infermieristiche alla salute degli italiani in occasione della drammatica pandemia che ha colpito il mondo, così come per ribadire il valore di ogni azione diretta a contrastare gli inaccettabili episodi di aggressione e vandalismo avvenuti nei confronti degli operatori”. È con questo messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che si è aperto il Congresso nazionale “Infermiere ³ – Innovazione, sfide e soluzioni”, in corso a Rimini dal 20 al 22 marzo
Simbolo dell’evento è il cubo di Rubik, l’emblema del ‘rompicapo’: per risolverlo serve competenza, ma anche progettualità ed organizzazione. Le stesse doti che oggi sono richieste ai professionisti sanitari che operano nel Sistema Salute italiano, protagonista di una rivoluzione senza precedenti. Anche la parola “Infermiere” nel titolo è elevata al cubo, per interpretare la necessità di potenziare, attraverso formazione e competenze specialistiche, la professione. “Il problema degli infermieri è il problema dell’Italia tutta, non di una singola categoria. Oggi sono 24 milioni le persone con una patologia cronica e quattro milioni quelle con disabilità. Ci dicono i demografi che nel 2040, tra pochi anni, accadrà qualcosa che non ha precedenti nella storia: gli over 50 saranno più degli under 50 e nel 2050 il 35% della popolazione avrà più di 65 anni. Un mix micidiale per la società tutta”, ha detto Barbara Mangiacavalli nel suo discorso di apertura, scattando una fotografia precisa e reale dei cambiamenti in atto nella nostra società, mutamenti con i quali, il Sistema Sanitario Nazionale dovrà necessariamente stare al passo per evitare un totale collasso.
Tre sono le parole chiave attorno alle quali si svilupperanno i lavori congressuali: innovazione, sfide, soluzioni. “Se, come è vero, qui in Italia formiamo i migliori infermieri d’Europa, reclutati spesso all’estero ancora prima di discutere la tesi, è giusto anche che chi entra in Italia ad esercitare questa nobile professione intellettuale abbia la stessa preparazione e la stessa buona reputazione (good standing) di chi esce, ferma restando la forte volontà, più volte condivisa con il ministro Schillaci, che è uomo di scienza e conosce bene queste dinamiche, di impegnarci per far tornare in Italia più di 30mila infermieri in servizio all’estero – ha evidenziato Mangiacavalli – . Per farlo è necessario configurare una professione stratificata, con percorsi di crescita e carriera molto chiari, con prospettive di remunerazione progressivamente crescente, con un welfare aziendale dedicato, dal momento che si tratta di una professione prevalentemente femminile, organizzata su turni, che non conosce sabati, domeniche e feste comandate – ha spiegato la Presidente della FNOPI -. Il concetto da cui ripartire è l’innovazione, che sta e deve stare nei modelli organizzativi ed assistenziali, promuovendo un linguaggio standardizzato e sfruttando la digitalizzazione che inevitabilmente cambierà le professioni e il modo di lavorare”.
Altissima la partecipazione: 5mila gli infermieri presenti all’evento, patrocinato dal Ministero della Salute e Ministero dell’Università. “Dobbiamo dare atto all’attuale governo e alle commissioni parlamentari di non aver mai sottovalutato la questione infermieristica. Le proposte avanzate dalla nostra Federazione sono sempre state oggetto di riflessione e approfondimento. In molti casi hanno trovato accoglimento – ha aggiunto Mangiacavalli -. Apprezziamo le misure sulla libera professione per gli infermieri del servizio pubblico, le indennità per i colleghi dell’emergenza urgenza, la detassazione degli straordinari. E poi potremmo parlare di equo compenso, fino all’ordine del giorno recentemente approvato in Senato che impegna il Governo a istituire una cabina di regia nazionale sulla questione infermieristica, una sorta di commissario straordinario che si focalizzi solo su questa tematica: chiediamo che si continui in questo solco e si concretizzino atti normativi strutturali”.
“Abbiamo compreso e apprezzato – ha concluso la Presidente Fnopi – la volontà precisa di Governo e Regioni di sgravare l’infermiere da compiti routinari e di bassa intensità attraverso figure di supporto a diretta supervisione e controllo dell’infermiere. E ancora: l’impegno, assunto proprio dal ministro Schillaci di fronte al nostro Consiglio nazionale, di partire con le lauree magistrali specialistiche, condizione necessaria per quella che un domani sarà la prescrizione infermieristica di ausili e presidi, come avviene nella maggior parte dei Paesi avanzati. Sono tutte misure che, come ripetiamo spesso, aiutano ad affrontare in maniera sistemica le questioni dirimenti”.
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