Il presidente SIFO: «I farmacisti ospedalieri saranno protagonisti del rilancio e della rinascita del Sistema Sanitario Nazionale. Urgente investire in formazione specialistica e colmare le carenze in organico»
Il nuovo modello assistenziale territoriale e domiciliare di prossimità disegnato dal PNRR, l’home delivery, le cure domiciliari, la telemedicina: sono solo alcune delle sfide che il farmacista ospedaliero e dei servizi farmaceutici territoriali si troverà ad affrontare nei prossimi anni. Temi cruciali che la SIFO, la Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie, ha affrontato durante il XLIImo Congresso Nazionale “Il farmacista promotore e interprete del cambiamento, dall’emergenza alla pianificazione”.
In tutto quattro giorni di dibattiti ed approfondimenti (dal 14 al 17 ottobre a Roma), durante i quali i farmacisti ospedalieri si sono confrontati sulle principali criticità in ambito di salute e sanità: «Un’occasione di confronto straordinaria – spiega Arturo Cavaliere, presidente SIFO – che ci ha consentito di identificare specifiche proposte da presentare alle Istituzioni nazionali, così da poter essere attori, o meglio protagonisti, del rilancio e della rinascita del Paese nel settore sanitario e farmaceutico».
Durante la giornata inaugurale del Congresso, alla quale hanno preso parte oltre 1.500 soci, è stata presentata la mission di SIFO e il documento programmatico su cui i farmacisti ospedalieri e dei servizi farmaceutici territoriali intendono costruire il nuovo orizzonte professionale. «Il PNRR, con l’apertura degli ospedali e delle case di comunità, delle centrali operative territoriali e l’implemento delle cure domiciliari, per la tanta auspicata integrazione tra l’ospedale e il territorio, rappresenta un’opportunità unica per la nostra professione – dice il presidente SIFO -. Acquisendo nuove competenze e facendosi carico di nuovi ruoli, il farmacista ospedaliero e dei servizi farmaceutici territoriali potrà passare dalla gestione del farmaco alla governance dell’intero processo assistenziale».
Le nuove mansioni non potranno prescindere da una formazione altrettanto innovativa. «Nella missione 4 del PNRR si parla di alta formazione obbligatoria. Una formazione che diventa ancora più centrale in un ambito cruciale come quello della sanità, perché in sanità formarsi significa essere in grado di salvare vite umane – sottolinea Cavaliere -. Per questo, la SIFO, come società scientifica, investirà nella preparazione e nell’aggiornamento professionale dei suoi soci. Siamo conviti che solo una formazione altamente specialistica possa consentire ai professionisti sanitari di restare al passo con gli importanti cambiamenti in atto».
Ma essere preparati non basta se il numero dei professionisti sanitari impiegati nel SSN non è sufficiente a soddisfare i bisogni di salute dei cittadini. «Certamente è sotto gli occhi di tutti, e questo la pandemia lo ha dimostrato, che la carenza di personale è storicamente strutturata all’interno delle aziende sanitarie pubbliche – dice Cavaliere -. Addirittura, è stato necessario assumere professionisti non ancora specializzati, per reagire in modo dinamico ed efficiente alla fase pandemica. Ma quando l’emergenza Covid sarà totalmente rientrata questa carenza strutturata di personale andrà ripianata il prima possibile. Le Case della Salute, gli Ospedali di Comunità non dovranno essere delle scatole vuote, ma popolate da professionisti capaci di interagire ed integrarsi in team multidisciplinari. Carenze di organico che, per far in fretta, potrebbero essere colmate stabilizzando i precari reclutati e formati durante la pandemia. Successivamente, però, sarà necessario revisionare le piante organiche con nuovi concorsi affinché – conclude il presidente SIFO – questa insufficienza decennale di personale in sanità venga finalmente colmata».
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