Il Presidente della Società italiana di Medicina diagnostica e terapeutica plaude alla proposta dell’Arbitrato della Salute lanciata dal gruppo Consulcesi: «In questo modo anche Ordine TSRM e PSTRP potrà dare suo contributo per prevenire e risolvere in maniera stragiudiziale tutti i contenziosi che vengono inoltrati»
Ogni anno sono 35mila le cause depositate nei tribunali nei confronti degli operatori sanitari. Un numero enorme di contenziosi che sempre più spesso riguarda non solo i camici bianchi ma anche il mondo degli infermieri e delle professioni sanitarie ora riunite nell’Ordine TSRM e PSTRP. Una tematica, quella dei contenziosi, di cui si è recentemente parlato al Ministero della Salute in occasione della presentazione della proposta dell’Arbitrato della Salute, lanciata dal Gruppo Consulcesi: una camera di compensazione dove pazienti, medici, operatori della salute e avvocati possano arrivare a una soluzione del contenzioso senza intasare le aule dei tribunali, già oggi gravate da oltre 300mila cause pendenti, che quasi sempre finiscono con una sentenza favorevole verso l’operatore della sanità. Ne abbiamo parlato con Fernando Capuano, Presidente della Simedet, Società italiana di Medicina diagnostica e terapeutica, una società scientifica che ha fatto della multidisciplinarietà tra medici e operatori della sanità la sua missione fondante.
Presidente, il tema del contenzioso riguarda tutti gli operatori delle professioni sanitarie, non solo medici o infermieri. In questo senso l’idea di una camera di conciliazione può giovare a tutti i protagonisti della sanità…
«Sicuramente sì. Tutti gli esercenti la professione, come prevede la legge Gelli, sono coinvolti per la responsabilità lieve e grave. Quindi molte volte i nostri colleghi operatori non sono a conoscenza della necessità di andare a stipulare l’assicurazione complementare. Quindi è importante con la gestione del rischio clinico ma anche con l’idea della camera di compensazione che lo stesso Ordine multialbo TSRM e PSTRP possa dare il suo contributo per prevenire e risolvere in maniera stragiudiziale tutti questi contenziosi che vengono inoltrati».
In questo senso anche la formazione ha un’importanza fondamentale perché un operatore formato è anche meno soggetto a questi rischi. Quanto è importante la formazione continua in questo senso?
«Certo. Ci vuole una formazione sulla consapevolezza del proprio ruolo ma anche una formazione sugli eventuali rischi perché da anni, con l’autonomia delle professioni sanitarie, si va da una visione medicocentrica ad una visione multidisciplinare e di staff, quindi molti contenziosi si aprono anche per responsabilità di staff. Per questo è importante che ogni operatore conosca le proprie competenze, i propri rischi e quindi si vada verso una formazione che vada a prevenire questo evento avverso e una formazione per poter comunicare meglio con il cittadino e con i nostri utenti».