Ora il testo passerà al vaglio dei Ministeri e degli organi di controllo e poi ci sarà la firma definitiva e lo sblocco dei fondi
Dopo mesi di trattativa, tutte le organizzazioni sindacali che rappresentano circa 135.000 medici, veterinari e dirigenti sanitari hanno firmato il contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2021. Sono previsti aumenti medi pari a circa 150 euro lordi al mese e sono state introdotte numerose novità nella parte normativa del contratto, che consentiranno di migliorare le condizioni di lavoro all’interno delle strutture sanitarie.
“Siamo soddisfatti – commenta il Segretario Nazionale dell’Associazione Pierino Di Silverio – perché, pur muovendoci in un quadro economico e normativo che penalizza la categoria con norme ormai vetuste che ingabbiano e limitano ogni possibilità di manovra – il testo sottoscritto riesce a garantire ai colleghi condizioni di lavoro migliori delle attuali. Questo è sempre stato il nostro obiettivo e ci siamo riusciti”.
“Per quanto riguarda la parte economica, abbiamo sempre saputo che questo non sarebbe stato un contratto a molti zeri – afferma Di Silverio – perché lo stanziamento fissato nella finanziaria di due anni erano esigui”.
Aumento: 289,30€ medi/lordi/mese
Arretrati al 31 ottobre 2023: 10.757€ medi/lordi
“Abbiamo gettato le basi perché cambi l’idea del nostro lavoro – conclude Di Silverio – e venga visto e vissuto sempre meno come una gabbia professionale. Ora servirà agire per modificare le leggi e uscire da logiche ormai superate”.
«Ci riteniamo soddisfatti dei risultati ottenuti nel corso della trattativa – sottolinea dal canto suo Guido Quici, Presidente CIMO – ma ci sono senz’altro alcuni aspetti che dovranno essere ancora perfezionati, come l’orario di lavoro. Sono però stati sanciti alcuni principi essenziali che ci consentiranno, nel CCNL 2022-2024, di fare ulteriori passi avanti per andare incontro alle esigenze dei medici e valorizzare al meglio il loro ruolo».
“Per mettere fine al grave ritardo accumulato negli ultimi anni il governo Meloni si era impegnato da subito ad accelerare il rinnovo contrattuale del comparto sanità 2019-2021 e personalmente ho assicurato ai sindacati il pieno sostegno alle giuste aspettative dei lavoratori. L’accordo di oggi – dichiara il ministro della Salute Orazio Schillaci – è un risultato importante che introduce novità significative sia sul piano economico sia per le condizioni di lavoro. È un punto di arrivo ma anche di partenza. Ora è necessario programmare con il Mef le risorse per il rinnovo del biennio 2022-2024 per non accumulare ulteriori ritardi. Accanto a ciò prosegue il nostro impegno per il rilancio del comparto sanitario pubblico: stipendi più alti e una migliore organizzazione del lavoro per rendere di nuovo attrattive le professioni sanitarie e colmare la carenza di medici e infermieri nel servizio sanitario pubblico”.