«Se il testo non dovesse modificarsi significativamente, le organizzazioni sindacali aderenti al Patto per la professione medica – CIMO, FESMED e ANPO-ASCOTI-FIALS Medici – saranno costrette a non firmare il pre-accordo e dichiareranno lo stato di agitazione dei propri iscritti». Così Guido Quici, presidente del Patto
«Se il pre-accordo sul contratto dei medici non recepirà le nostre istanze, non lo firmeremo». È quanto annunciano in una nota i sindacati CIMO-FESMED e ANPO-ASCOTI-FIALS Medici. «L’ultima versione del testo – prosegue – verrà resa disponibile da Aran solo nel pomeriggio di lunedì 22, alla ripresa delle trattative, con una scadenza di chiusura entro la giornata di martedì, banalmente motivata dall’imminente scadenza dell’attuale presidente Aran, Sergio Gasparrini, in attesa del successore».
«Se il testo che ci verrà presentato non avrà accolto le nostre osservazioni, avremo un contratto non accettabile perché potrebbe confermarsi di fatto “il contratto dei non medici” o “contro i medici” – dichiara Guido Quici, Presidente del Patto per la Professione Medica, l’accordo di unità sindacale recentemente siglato tra CIMO, FESMED, CIMOP, ANPO-ASCOTI-FIALS Medici.
Secondo gli aderenti al Patto per la Professione Medica, la trattativa ha subito «un’improvvisa accelerazione anche per la preoccupazione che qualche sindacato potesse far “saltare il banco” con le sue critiche motivate e le pregiudiziali, vanificando quel progetto politico che vuole non armonizzare i fondi ma fonderli in un unico contenitore per favorire una carriera unica tra medico, sanitario non medico, veterinario e professioni sanitarie».
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«Alcuni diranno che è un buon contratto, altri che è il miglior contratto possibile di questi tempi, altri che non si poteva ottenere di più e così via – avverte Quici -. Nel rispetto delle posizioni di ciascuna Organizzazione Sindacale, gli aderenti al Patto Federativo per la Professione Medica ritengono, invece, che i testi su cui si è discusso fino ad oggi siano inadeguati, anzi indecenti, perché danneggiano la professione medica in termini morali, professionali, economici e normativi. Riteniamo, inoltre, che sia un contratto politico voluto dalle regioni, e principalmente da una, con l’obiettivo di aprire una corsia preferenziale ad altre figure professionali sanitarie con i soldi accantonati dai medici».
«In questi mesi si è costantemente parlato di disagio medico, di carenza di medici, di fuga dal SSN pubblico, di demotivazione, di giovani medici senza futuro in Italia, di investimenti in competenze sprecati, di necessità di riorganizzare l’accesso alla professione. Eppure, non si dà oggi il tempo materiale di approfondire un nuovo testo pieno di insidie e trucchi, punitivo e irresponsabilmente vessatorio sui medici, e si impedisce al sindacato di trattare norme tese a garantire migliori condizioni di lavoro, tutela dei professionisti e dei pazienti».
«Se tra oggi e domani, come molto probabile, il testo definitivo proposto da Aran non dovesse modificarsi significativamente – dichiara Quici – le OO.SS. aderenti al Patto per la Professione Medica (CIMO, FESMED, ANPO-ASCOTI-FIALS Medici) saranno costrette a non firmare il pre-accordo per tutte le ragioni già in questi mesi ampiamente rese note, dichiareranno lo stato di agitazione dei propri iscritti e promuoveranno assemblee nei presidi sanitari e ospedalieri per denunciare le modalità con cui è avvenuta la trattativa nazionale e i contenuti del nuovo contratto. Il nostro ‘no’ al pre-accordo sarà innanzitutto un ‘no politico’ a difesa della professione medica ed è anche un ‘no tecnico’ rispetto alla presunta volontà di escludere dal testo, in questa fase finale, decine e decine di disapplicazioni di norme contrattuali pregresse, che di fatto condizioneranno pesantemente il futuro contratto», sottolinea il Presidente del Patto per la Professione Medica.
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Per il Patto, esiste inoltre «il concreto rischio che questo contratto possa creare sperequazioni tra medici attraverso meccanismi di travasi tra fondi o tra medici e altri dirigenti sanitari ingenerando conflitti interni alle professioni. In tal modo, si spingeranno ulteriormente i professionisti qualificati a cercare una uscita anticipata dal SSN e disincentiva l’ingresso dei giovani medici».
«Appena il Patto per la Professione Medica avrà conclusa la disamina del testo finale che verrà consegnato da Aran nelle prossime ore, renderà noti nel dettaglio i principali motivi che potrebbero spingere a non firmare l’accordo, evidenziando i ‘no’ contro un “contratto truffa”, che nessuna manipolazione propagandistica potrà smentire e che nei fatti nuoce solo ai medici», conclude la nota.