Il presidente della Federazione CIMO-FESMED Guido Quici contro la proposta di un fondo unico della dirigenza medica, sanitaria non medica e delle professioni sanitarie: «Dopo il contratto ed il fondo unico, la prossima tappa sarà la professione unica?»
«CIMO è stata costretta ad abbandonare il tavolo delle trattative sul contratto dei medici, che oggi aveva un ennesimo appuntamento per traghettare verso una soluzione dignitosa ed equa un rinnovo atteso da 10 anni, poiché l’ARAN ha nuovamente tentato di far passare la proposta di un fondo unico della dirigenza medica, sanitaria non medica e delle professioni sanitarie». È quanto comunicato dalla Federazione CIMO-FESMED in una nota.
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«Insieme a CIMO – prosegue – hanno lasciato la riunione i rappresentanti di ANPO-ASCOTI e AAROI-EMAC; la delegazione FESMED è rimasta a presidiare la riunione pur esprimendo la stessa posizione di CIMO».
«Oggi abbiamo assistito al teatro dell’assurdo – spiega il Presidente della Federazione CIMO-FESMED Guido Quici -. Nonostante la netta opposizione di quasi l’80% delle sigle sindacali della dirigenza medica, l’ARAN ha ripetuto come niente fosse la proposta di un fondo unico e ha volutamente proseguito il confronto sul testo senza minimamente registrare il netto dissenso della maggioranza sindacale. E soprattutto, non è stata in grado di dare una risposta alla pregiudiziale posta da CIMO-FESMED sul tema. Tale ostinata perseveranza svela un obiettivo chiaramente già concordato a livello politico a esclusivo danno dei medici dipendenti».
«Il fil rouge è sempre più evidente: dopo aver cercato di imporre un contratto unico, passano al fondo unico: la prossima tappa sarà la professione unica? È l’ennesimo tentativo di abbassare ulteriormente il riconoscimento delle competenze e appiattirle verso una sotto-remunerazione delle professionalità mediche», conclude Quici.
«La riunione odierna in Aran – scrive l’AAROI-EMAC – ha purtroppo preso improvvisamente una direzione inaccettabile». Per questo «con grande disappunto il sindacato ha sospeso la propria partecipazione alle trattative».
«A fronte di una nettissima opposizione della stragrande maggioranza della composizione sindacale del tavolo di trattativa (78% di tutte le O. S. contro il 22% costituito da una sola Sigla) – prosegue – all’unificazione dei fondi in un calderone comune per tutti i ruoli dirigenziali di prossima edizione contrattuale, l’ARAN non è stata in grado di dare immediato riscontro a tale schiacciante posizione sindacale maggioritaria, contraria a mischiare le risorse economiche dei medici con quelle delle altre professioni».
«Messa di fronte a tale comportamento, l’AAROI-EMAC ha sollevato una formale pregiudiziale al prosieguo dell’analisi dei testi e ha lasciato la riunione. A sua volta, l’ARAN, solo a fronte di tale reazione, ha promesso di dare una risposta alla suddetta pregiudiziale già domani 04 Luglio, quando la nostra Associazione si ripresenterà alla trattativa per valutarla».