La Federazione ritiene «peggiorative» le proposte di Aran e Regioni, e aggiunge: «L’accorpamento dei fondi contrattuali di dirigenza medica, sanitaria non medica e professioni sanitarie prefigura un danno a carico esclusivo dei medici dipendenti del SSN. Adotteremo ogni strumento e azione utile a tutelare gli interessi di tutti i camici bianchi»
«Nessun arretramento sulla tutela dei diritti a fronte delle ulteriori proposte peggiorative presentate da Regioni ed ARAN negli ultimi incontri per il rinnovo del contratto dei medici, e ricorso ad ogni strumento per garantire il futuro della professione». È questa la decisione del coordinamento federale della nuova Federazione CIMO-FESMED, riunitosi per la prima volta in questi giorni a Roma, dopo la sua costituzione ufficiale.
La direzione CIMO-FESMED ha infatti definito «ambigue e insufficienti» le recenti proposte di Regioni e ARAN, giacché «permane il mancato riconoscimento della decorrenza da gennaio 2018 sull’incremento economico del 3,48% e, soprattutto, è stato proposto un accorpamento degli attuali fondi contrattuali tra dirigenza medica, sanitaria non medica e professioni sanitarie in un unico fondo (al quale, rispetto ai medici, le altre categorie apporterebbero cifre sostanzialmente inferiori se non, allo stato presente, nulle), prefigurando un danno a carico esclusivo dei medici dipendenti del SSN».
«In un momento di evidente crisi del servizio sanitario – prosegue la Federazione in una nota -, dove il profondo disagio della categoria e la grave carenza di personale medico nelle strutture pubbliche rischia di abbassare pericolosamente i livelli minimi di assistenza, assistiamo a un atteggiamento irresponsabile delle istituzioni che su questioni normative di assoluta importanza quali le relazioni sindacali, la mobilità, il contratto individuale di lavoro o la carriera, hanno portato al tavolo tecnico proposte normative fortemente peggiorative e formule contrattuali poco qualificanti».
«Tutto questo – ribadisce CIMO-FESMED – dimostra la mancanza di volontà delle istituzioni di affrontare un contratto che valorizzi davvero il lavoro dei professionisti e colmi le attuali carenze contrattuali, che stanno tra l’altro favorendo la fuga dei medici dalle strutture pubbliche con il rischio di arrecare un grave danno ai cittadini. Di fronte a tale atteggiamento persecutorio, teso a smantellare le prospettive di un futuro per i medici dipendenti del SSN, la Federazione CIMO-FESMED adotterà ogni strumento e azione utile a tutelare gli interessi dei propri iscritti e di tutti i medici».
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