La Federazione lancia anche una petizione su change.org per difendere i medici e supportare la class action contro ARAN e Regioni che entrerà nel vivo in questi giorni
«La Federazione CIMO-FESMED ritiene che, dopo un anno di totale e sostanziale indifferenza delle istituzioni alle richieste di chiarimenti e di rispetto delle norme che indicano chiaramente il quantum del rinnovo del contratto dei medici 2016-2018, ogni tipo di discussione dovrà necessariamente ripartire dal riconoscimento del 3,48% a partire dal 1 gennaio 2018 e dalla questione RIA, in attesa della convocazione del tavolo tecnico promesso dal Ministro Grillo. E impostando una soluzione per il nodo dell’esclusività di rapporto, che dovrà riguardare il CCNL 2019-2021». È quanto sostiene la Federazione in una nota, alla vigilia della ripresa delle trattative in Aran per il contratto della dirigenza medica.
«Sono questi i punti fermi con i quali la Federazione CIMO-FESMED affronterà le trattative – prosegue – che si svolgono su un contratto che avrebbe dovuto chiudersi il 31 dicembre scorso e che riprendono dagli stessi quesiti su cui si è aperta la trattativa un anno fa. Da allora, tutti gli incontri non hanno portato a nulla soprattutto per la totale assenza di chiarezza sui fondi disponibili e per la presenza di proposte peggiorative sulla parte normativa».
«Ed è in particolare sulla mancanza di volontà politica di affrontare le questioni sopra indicate che CIMO e FESMED hanno abbandonato un anno fa il tavolo politico in ARAN ed hanno partecipato a quello tecnico insieme agli altri sindacati, nel quale si è lavorato nei mesi successivi sulla parte normativa senza raggiungere alcun accordo tra le parti sulle questioni affrontate. Anzi – continua la Federazione -, è necessario ricordare che nelle proposte avanzate dalle istituzioni vi sono elementi pericolosi per la professione, con ARAN e Regioni che non hanno mostrato alcun interesse a qualificare il CCNL dei medici, trincerandosi dietro alla scusa che un accordo fosse stato già siglato con l’area del Comparto; fatto che, per CIMO-FESMED, non è accettabile in quanto peggiorativo delle condizioni lavorative dei medici, già estremamente difficili, e poco consono con le esigenze della dirigenza sanitaria».
«In assenza, quindi, di un contratto normativo che valorizzi la professione migliorandone la qualità del lavoro e la sicurezza delle cure, appare del tutto evidente che la Federazione ritenga possibile arrivare ad una chiusura definitiva del CCNL 2016-18 per la sola parte economica, ove incontri le richieste già note, e non certamente in quella normativa. Su quest’ultima, ogni discussione dovrà essere rinviata nella trattativa per il successivo rinnovo contrattuale 2019-21, per il quale il sindacato ha già messo a disposizione una piattaforma di discussione».
«Inoltre – conclude la Federazione -, per continuare a sostenere i principi di dignità del lavoro dei medici e del diritto universale alle cure per i cittadini, CIMO ha appena lanciato una petizione su change.org “Difendi il tuo diritto alla salute, difendi i medici della sanità pubblica” per appoggiare la class action avviata dal sindacato dei medici lo scorso 2 gennaio contro ARAN e Regioni e che entrerà nel vivo in questi giorni.