Lavoro e Professioni 31 Gennaio 2020 18:00

Coronavirus, FNO TSRM e PSTRP in prima linea: «Fare rete sul territorio tra professionisti per fronteggiare emergenza»

I professionisti afferenti al Maxi Ordine sono chiamati a fare la loro parte per affrontare il contagio del virus proveniente dalla Cina. De Santis (AsNAS): «Niente panico, importante comunicare con empatia e tranquillizzare i cittadini. Organizzeremo presidi per informare la popolazione»

Tecnici di radiologia, di laboratorio e assistenti sanitari sono tra i professionisti del Maxi Ordine delle professioni sanitarie TSRM e PSTRP più chiamati in causa dall’emergenza coronavirus che ormai ha raggiunto anche l’Europa e l’Italia. Secondo la presidente AsNAS Miria De Santis la situazione ricorda da vicino il caso Sars: «Serve una informazione consapevole ed empatica oltre che fare rete tra professionisti della salute per affrontare l’emergenza».

«Gli esami radiologici del torace e di laboratorio richiesti sono ovunque effettuati dai tecnici di radiologia e da quelli di laboratorio, entrambe professioni afferenti ai nostri Ordini – sottolinea il Presidente della FNO TSRM e PSTRP, Alessandro Beux -. Tra le 19 professioni sanitarie dalla Federazione c’è poi quella degli Assistenti sanitari, ovvero quei professionisti peculiarmente addetti alla prevenzione, promozione ed educazione alla salute, programmazione e gestione delle attività vaccinali per ogni fascia d’età, condizione di rischio, esposizione professionale o viaggi internazionali».

«In accordo con la Direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della salute – aggiunge Beux – abbiamo segnalato agli Ordini la pagina del portale ministeriale contenente documentazione e informazioni in continuo aggiornamento, chiedendo loro di diffonderla tra gli iscritti».

«Questa situazione ricorda da vicino il caso della Sars – sottolinea Miria De Santis, Presidente dell’AsNAS, in attesa della Commissione d’Albo nazionale, Associazione nazionale di riferimento per gli Assistenti sanitari -. La situazione è ancora in evoluzione, di ora in ora ci arricchiamo di informazioni nuove. Queste situazioni si fronteggiano facendo rete sul territorio tra tutti i professionisti della salute: noi lavoriamo insieme a medici di base, pediatri, enti locali, scuole. Vediamo nei nostri ambulatori vaccinali arrivare persone allarmate. Il nostro compito è proprio quello di informare correttamente i cittadini utilizzando un tipo di comunicazione empatica, specifica che riporta l’emozione della persona ad una riflessione su quello che deve essere fatto».

Diversi i compiti dei quali si fanno carico gli Assistenti sanitari: fornire consigli utili per evitare il contagio, controllare i gruppi a rischio, rintracciare le persone entrate in contatto con gli infetti, contribuire alla raccolta del dato epidemiologico per alimentare la sorveglianza.

«In base alle indicazioni che abbiamo ricevuto finora non c’è motivo di entrare nel panico – sottolinea De Santis -. Speriamo che quanto prima si arrivi a un vaccino: in quel caso lo scenario è destinato a cambiare. Lo abbiamo già vissuto con la Sars: allestimmo i centri vaccinali, con tutto il lavoro annesso di gestione del centro di vaccinazione di massa. È stato un lavoro impegnativo, con un contenimento dello stress e dell’emozione del cittadino a volte complesso».

«Come professionista della prevenzione, educazione e promozione della salute sappiamo benissimo cosa significhi comunicare bene e sostenere la scelta della collettività – conclude la Presidente AsNAS -. Penso alle colleghe che lavorano nelle Direzioni ospedaliere che fanno un grande lavoro con gli operatori esposti al contatto coll’utenza. Penso agli Infermieri che lavorano nel 118 o al Pronto Soccorso, che hanno un rischio diverso da altri operatori. Gli Assistenti sanitari che lavorano nelle Direzioni delle Asl e nei Presidi ospedalieri hanno un lavoro attenzionato riguardo al virus. Sul territorio stiamo ricevendo gli aggiornamenti da parte delle regioni. Come AsNAS localmente ci stiamo mobilitando, laddove le forze ce lo consentono, e pensiamo di predisporre dei punti informativi nei centri commerciali o comunque in luoghi di passaggio».

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