L’intersindacale della dirigenza medica e sanitaria chiede di rispettare le leggi sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Dello stesso avviso anche il sindacato degli infermieri Nursing Up: «Diffidiamo Conte, i ministri Speranza e Dadone e tutti i governatori delle Regioni»
«Avendo ricevuto numerose segnalazioni dei propri iscritti in merito alle pericolose condizioni lavorative che stanno vivendo durante l’attuale emergenza epidemica da Coronavirus – si legge nella diffida dell’intersindacale della dirigenza medica e sanitaria – e rilevato che nonostante le richiamate prescrizioni e obblighi di legge introdotti dall’inizio dell’emergenza sanitaria, nelle aziende sanitarie italiane continuano a scarseggiare le specifiche mascherine con i filtranti respiratori e le protezioni per gli occhi» le organizzazioni sindacali «diffidano le Aziende Sanitarie destinatarie a rispettare le disposizioni di cui al D.lgs. n. 81/2008 e all’art. 2087 c.c. in materia di tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, mettendo a disposizione di tutti gli operatori sanitari in servizio nelle proprie strutture, i necessari DPI per garantire la loro l’incolumità».
«In difetto – specificano i sindacati – saranno intraprese le opportune iniziative legali a tutela dei propri iscritti, ivi incluse le dovute segnalazioni all’Autorità giudiziaria e ai competenti servizi ispettivi del lavoro».
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All’aumento vertiginoso del numero degli operatori sanitari contagiati reso noto dall’ISS, il sindacato degli infermieri Nursing Up risponde con la «diffida e costituzione di mora indirizzata al premier Conte, ai ministri della salute e della pubblica amministrazione Speranza e Dadone, ai governatori di tutte le regioni italiane».
«Siamo costretti a procedere per vie legali – spiega il l presidente Nursing Up Antonio De Palma – abbiamo presentato numerosi esposti nei territori per la violazione della legge 81 del 2008 sulla sicurezza sul lavoro, e mandato lettere in ogni dove per lo scellerato articolo 7 del decreto 14 del presidente del consiglio Conte, che cancella la quarantena per il personale asintomatico entrato in contatto con soggetti a rischio. Ma niente. Quindi ora procediamo alla diffida denunciando la grave carenza a di dispositivi di protezione individuale, con particolare riferimento alle mascherine Ffp2 e Ffp3 Una situazione spaventosa».
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«Nelle regioni maggiormente colpite dal virus – prosegue – gli infermieri in servizio ci dicono che il materiale residuo scarseggia pericolosamente. Temono sempre che finisca e vengano a mancare i presidi di sicurezza minimi per assistere i pazienti. Gli infermieri, inoltre, vogliono conoscere i dati di dettaglio relativi ai colleghi contagiati suddivisi per qualifica. «Abbiamo chiesto al ministero della salute – conclude De Palma – di spacchettare i dati aggregati sul numero degli operatori sanitari infettati, ma cala il silenzio. Non posso credere che sia un problema di privacy: il ministero, le aziende sanitarie locali e le regioni forniscano immediatamente i numeri».
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