«Quella trovata è una situazione tampone», ha spiegato Valerio Franceschini, segretario Ugl Sanità di Roma in merito alla vertenza che coinvolge la storica struttura romana. La proroga dell’affitto del ramo d’azienda terminerà a giugno 2020 lasciando i lavoratori a rischio licenziamento
«La politica faccia in modo che le logiche economiche non prevalgano sui livelli occupazionali e sul diritto alla salute dei cittadini». È l’appello lanciato dal sindacato Ugl Sanità all’indomani dell’audizione in Commissione Sanità della Regione Lazio indetta per fare il punto sulla situazione dell’ospedale Columbus di Roma.
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«Il nostro livello di attenzione è altissimo perché quella di oggi è solo una fase transitoria», spiega Valerio Franceschini, segretario Ugl Sanità di Roma raggiunto telefonicamente da Sanità Informazione al termine dell’incontro in Regione Lazio in cui ha partecipato insieme al collega e sindacalista Armando Valiani. A fine ottobre la struttura aveva temporaneamente bloccato i ricoveri e paventato un esubero di 300 posti di lavoro a causa del mancato accordo sulla proroga fino al 30 giugno del 2020, tra Fondazione Policlinico Gemelli e curatori fallimentari dell’ospedale Columbus. L’intervento della Regione Lazio aveva quindi scongiurato il peggio, chiedendo prima il mantenimento dei livelli assistenziali e poi partecipando alla riunione in Prefettura a Roma dove si è raggiunto l’accordo per la proroga.
«Abbiamo chiesto alla politica di farsi carico della situazione – spiega ancora Franceschini – e di cercare di arrivare ad una soluzione definitiva. Quella trovata è una situazione tampone e il rischio attualmente è di ritrovarci tra qualche mese nella stessa situazione affrontata ad ottobre. I dipendenti della struttura sono appesi ad un filo. Dobbiamo tutelare sia i lavoratori sia i cittadini e il loro diritto all’assistenza».