«In una Sistema Sanitario Nazionale sotto scacco per mancanza di risorse, l’ospedalità privata può offrire il suo contributo». Fa il punto sulle nuove sfide dell’assistenza sanitaria privata e pubblica il Presidente Nazionale Aiop Gabriele Pelissero intervistato in occasione dell’Healthcare Summit del Sole 24 Ore a Roma.
«Siamo consapevoli che le dinamiche della finanza pubblica sulla spesa sanitaria sono un problema che si sta ponendo sempre più intensamente – prosegue il Presidente -. Pertanto è indispensabile raggiungere dei livelli di efficienza e qualità sempre più elevati: questa è la vera sfida per la sostenibilità del Sistema Sanitario Italiano».
«Da questo punto di vista la componente privata fornisce un concreto aiuto, infatti questa produce un quarto delle prestazioni ospedaliere e specialistiche del servizio – prosegue -. Oggi ci si trova di fronte ad un problema molto serio che non è solo un problema del privato, ma anche delle Regioni e della programmazione che sono gli strumenti per affrontare la sostenibilità: il decreto legislativo 95 del 6 luglio 2012 ha posto un blocco che impedisce alle Regioni di usare con flessibilità la componente privata accreditata che è presente in modo variabile e ha grandi capacità di organizzazione ed efficienza. Quello che noi stiamo chiedendo al Governo e anche alla Corte costituzionale è di rimuovere un blocco che non ha nessuna ragione di essere. Ricordo che noi siamo per Legge fermi ai volumi di attività prodotti nell’anno 2011 meno il 2%. Questo non ha senso in un momento in cui le liste d’attesa crescono, la pressione della domanda dei cittadini sul Sistema Sanitario Nazionale nella sua interezza è crescente e noi siamo in grado di produrre prestazioni con costi perfettamente allineati, molto competitivi e con grande soddisfazione degli utenti».
«Noi vogliamo lavorare di più vogliamo dare un aiuto concreto per l’implementazione dei nuovi LEA, bisogna liberare le Regioni da questo vincolo assurdo e consentire di mettere tutte le risorse esistenti a disposizione del SSN. Noi siamo prontissimi, – conclude il Presidente – speriamo che questo problema si risolva nell’interesse soprattutto dei cittadini italiani, del sistema e ovviamente anche dei nostri operatori sanitari che vogliono lavorare di più ma in questo momento non lo possono fare».