Lavoro e Professioni 22 Marzo 2021 14:37

Dai contratti alle liste di attesa, parla Cittadini (AIOP): «Regioni in ritardo su intesa. Ora modificare norma su tetto di spesa»

Colloquio con la presidente dell’Associazione ospedalità privata che spiega perché non si procede al rinnovo del contratto dei medici: «Siamo ancora in attesa che 8-9 regioni diano seguito a quello del comparto». E sulle liste di attesa chiede al MEF «di estendere la norma del Dl agosto 2020: Speranza è d’accordo». Poi lancia l’allarme: «Senza un decreto sulle tariffe Covid non sappiamo come classificare le prestazioni»

Dai contratti alle liste di attesa, parla Cittadini (AIOP): «Regioni in ritardo su intesa. Ora modificare norma su tetto di spesa»

«Siamo pronti a dare una mano per l’abbattimento delle liste di attesa. Il Ministro Speranza era favorevole ad un inserimento della componente di diritto privato del SSN nella norma emanata l’estate scorsa, ma dal Ministero dell’Economia non è ancora arrivata una risposta». Barbara Cittadini, Presidente di AIOP, Associazione Italiana Ospedalità Privata, rilancia il contributo che gli ospedali privati possono fornire in questo momento emergenziale della sanità. Lo fa anche ricordando la forza numerica di una realtà diffusa capillarmente sul territorio con oltre 550 strutture, il 49% del numero totale degli istituti di cura in Italia. In un colloquio con Sanità Informazione, però, ricorda anche i tanti impedimenti burocratici che frenano l’attività della componente privata del Sistema sanitario, in primis il problema del tetto di spesa da parte delle regioni.

La nuova ondata Covid e la collaborazione pubblico-privato

Con la terza ondata Covid e gli ospedali di nuovi saturi, diverse regioni stanno chiedendo aiuto ad Aiop. «Nel corso della prima fase della pandemia, febbraio – aprile 2020, la richiesta è stata maggiormente strutturata – spiega Cittadini -. Siamo stati contattati dalla Protezione civile regione per regione. Abbiamo messo a disposizione letti per Covid in terapia intensiva e nei reparti. Abbiamo messo altresì a disposizione letti per pazienti non Covid che non trovavano più la possibilità di avere garantite le necessarie cure nei reparti. C’è stata una sinergia assolutamente virtuosa e ben strutturata. Sulla scorta di quanto è stato fatto in quel periodo si è proseguito in questo cammino. La sinergia tra componente di diritto pubblico e quella di diritto privato funziona bene in tutte le regioni».

«Sulle liste di attesa norma bloccata al MEF»

La collaborazione, però, appare più complicata sul tema delle liste di attesa, da sempre tallone d’Achille della sanità pubblica, e dove il MEF non si è ancora convinto di estendere una norma del Dl Agosto 2020 alle strutture private: «Mi auguro che il Ministero dell’Economia dia risposte in tempi rapidi – sottolinea Cittadini -. Abbiamo già scritto in tal senso e solleciterò ancora. Una norma di coordinamento in questo senso farebbe chiarezza».

«Chiusura bilanci a rischio senza tariffa Covid»

A complicare la vita delle strutture private (e non solo di quelle private) c’è l’assenza di un decreto che fissa la tariffa del DRG Covid e della funzione Covid. Su questo punto Cittadini lancia l’allarme: «Siamo prossimi al 30 aprile alla fase di chiusura dei bilanci. Abbiamo erogato prestazioni e non sappiamo come classificarle, come scriverle a bilancio: ancora oggi non è stato emanato questo decreto che fissa la tariffa. Non è stato fatto né per la componente di diritto pubblico né per quella di diritto privato».

Rinnovo contratti al palo, i ritardi delle regioni

Sul tavolo di AIOP c’è anche il tema del rinnovo dei contratti: a ottobre la storica firma dopo 14 anni sul contratto del comparto della sanità privata, ma sul tavolo ora c’è quello del rinnovo dei medici che lo reclamano da tempo. Temi che però rischiano di accavallarsi.

«Le nostre strutture senza le risorse umane non le vedremmo come sono. Camminano con le gambe degli uomini e delle donne che le rendono grandi, che ci consentono di garantire prestazioni e servizi. Purtroppo, però, ci sono ancora problemi su quello del comparto – spiega Cittadini -. Da ottobre ci sono 8-9 regioni dove al rinnovo del contratto non è seguito nessuno degli impegni assunti a livello centrale, non si è dato seguito a una norma che è stata modificata dal Parlamento, non si è tenuto conto di quanto stabilito in Conferenza Stato-Regioni, cioè della modalità in cui doveva essere data la nostra copertura del 50% di maggiori costi. Io sono pronta ad iniziare il secondo percorso sul rinnovo del contratto dei medici ma ancora non abbiamo definito il primo e non certo per mancanza di volontà delle istituzioni che si sono adoperate affinché quanto concordato venga recepito dalle regioni. Ma le regioni hanno tempi lunghi. Allora mi piacerebbe chiudere un percorso per poi iniziarne un altro».

Recovery Plan, le idee di AIOP

Il futuro della sanità italiana (e non solo della sanità) passerà anche dal Recovery Plan che tra un mese dovrà essere inviato a Bruxelles. Sul tema AIOP è stata ascoltata in Parlamento e ha prodotto un position paper con alcuni suggerimenti per implementare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Tra i punti del documento la definizione di standard di eccellenza per classificare l’ospedale sicuro, percorsi di trasferimenti di know how per omogeneizzare i servizi in tutto il territorio, percorsi virtuosi per la riduzione della mobilità passiva delle liste di attesa utilizzando anche le risorse della rete delle strutture private, la promozione dell’internazionalizzazione del Sistema sanitario prevedendo un quadro normativo di favore soprattutto di tipo fiscale e poi, sul tema della telemedicina e della digitalizzazione, sostegno degli investimenti per gli operatori dell’innovazione tecnologica, la realizzazione di un sistema informativo per la presa in carico del paziente e la creazione di uno standard per una cartella clinica unica in tutta Italia e l’ampliamento dei LEA.

«Tutto questo non si potrà realizzare se resta il tetto alla spesa come disposto dal Dl 95 del 2012 che contingenta sine die il tetto di spesa per la componente di diritto privato. Questa norma non consente di fare tutto questo. Noi viviamo il paradosso di essere una potenzialità straordinaria e sottoutilizzata del Servizio sanitario nazionale, ben gestibile dal punto di vista economico perché veniamo pagati a tariffa, dunque sanno perfettamente quanto gli verremmo a costare. Non ci utilizzano perché hanno una norma che li blocca. Abbiamo da combattere il fenomeno mostruoso della spesa out of pocket e la rinuncia alle cure. Il nostro Paese era noto per avere il servizio sanitario più invidiato tra i servizi sanitari dell’Unione europea perché poggiava sui due pilastri dell’universalismo e del solidarismo: adesso è in affanno perché non riesce più a garantire una risposta efficiente, efficace e puntuale alle domande di salute dei cittadini».

 

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