Lavoro e Professioni 28 Gennaio 2022 10:20

Dalla Lega al M5S, lo sciopero degli infermieri unisce la politica: «Ascoltare le loro ragioni»

Tutti i partiti si mobilitano affinchè vengano recepite le principali richieste della categoria, a partire dall’indennità di specificità. Boldrini (Pd): «Sono sempre in prima linea, dobbiamo valorizzarli». Mammì (M5S): «Adeguare stipendi a livello europeo». E Cecconi (ex M5S) sottolinea: «Tanti infermieri si stanno dimettendo per cambiare mestiere»

Dalla Lega al M5S, lo sciopero degli infermieri unisce la politica: «Ascoltare le loro ragioni»

Scioperare con la pandemia ancora in corso non dev’essere stata una scelta facile. Ma gli infermieri del Nursind hanno ritenuto che la misura fosse colma e hanno deciso di incrociare le braccia il 28 gennaio con presìdi in tutta Italia per denunciare quella che si configura sempre di più come una “questione infermieristica” esplosa durante l’emergenza Covid: straordinari non pagati, stipendi tra i più bassi d’Europa, attrattività della professione sempre più debole e contratto ancora in alto mare. Sullo sfondo anche il mancato riconoscimento dell’indennità di specificità infermieristica, fondi stanziati già nella Legge di Bilancio del 2021 ma mai erogati perché legati al rinnovo del contratto, ancora lontano. Il risultato è l’incredibile fenomeno delle dimissioni, circa 600 da inizio 2021, preoccupante termometro di un disamore crescente verso la professione.

Il grido degli infermieri, sinora poco ascoltato dal governo, trova invece la comprensione delle forze politiche e dei parlamentari che in questi giorni sono alle prese con la difficile partita dell’elezione del presidente della Repubblica.

Lega: «Speranza intervenga per adeguato riconoscimento»

La Lega, con una nota firmata dal capogruppo della Lega in Senato, Massimiliano Romeo, dalla senatrice Sonia Fregolent, capogruppo in commissione Sanità, e da Luca Coletto, responsabile del dipartimento Sanità della Lega, ha chiesto l’intervento di Speranza e ha garantito massimo sostegno alla categoria.

«La Lega – sottolineano – è al fianco degli infermieri nelle battaglie per una piena valorizzazione della professione, dal punto di vista sia economico che strutturale, e presenteremo un’interrogazione urgente al Ministro Speranza affinché si intervenga per dare un adeguato riconoscimento al comparto. In questi difficili mesi di pandemia hanno più volte dimostrato di essere una delle colonne portanti del Sistema Sanitario Nazionale ed hanno messo la loro professionalità al servizio del Paese, operando in situazione di emergenza senza un attimo di respiro. Sono stati giustamente definiti ‘eroi’ e ‘angeli’, per questo riteniamo doveroso agire a supporto di questi 456mila professionisti che hanno combattuto il Covid in trincea fin dal primo giorno. Portiamo quindi avanti le istanze del mondo infermieristico e chiederemo al Ministro Speranza se ritenga – come noi riteniamo – indispensabile procedere nella direzione auspicata dalle associazioni di categoria».

Cecconi (Misto): «Mi auguro adesione importante, sciopero se lo sono cercato»

Più articolato il ragionamento di uno degli infermieri eletti in Parlamento, Andrea Cecconi, ex M5S oggi gruppo misto, che a Sanità Informazione spiega: «Ci siamo coordinati con l’altra deputata infermiera Stefania Mammì per un Question time al ministro Brunetta sul rinnovo contrattuale e sull’indennità infermieristica non ancora corrisposta. Il nostro obiettivo era accelerare sul contratto e in qualche modo trovare delle alternative e delle soluzioni per accontentare le richieste. Ci hanno risposto picche. Per questo lo sciopero se lo sono andati un po’ a cercare. SI poteva evitare accelerando sul contratto, che doveva essere siglato già da due settimane mentre invece stiamo ancora qua a parlarne e forse le questioni più importanti si inizieranno a discutere da adesso in poi».

«Anche mia moglie è infermiera – racconta Cecconi – e in questi ultimi tempi stiamo assistendo a un fenomeno incredibile. Anche quando cambia mestiere, l’infermiere normalmente rimane nella sanità, prende una specializzazione, può diventare medico o fisioterapista, oppure lascia il pubblico e va a lavorare nel privato. Invece oggi vediamo infermieri che lasciano la professione e vanno a fare un altro tipo di mestiere, una cosa che non era mai capitata. Questo succede perché questi due anni sono stati duri per tanti, chi doveva andare in pensione c’è andato, le assunzioni non si sono fatte, in questo anno non sono arrivati i soldi arrivati nel 2020 e le regioni sono andate in affanno. Lo stipendio doveva aumentare, non dico come in Francia dove hanno dato 400 euro dall’oggi al domani, ma almeno di 150-200 euro e invece niente. L’infermiere lavora con passione, però vanno riconosciuti gli sforzi fatti in questi due anni. Per questo mi aspetto un’adesione importante allo sciopero».

Mammì (M5S): «Rivendicazioni legittime, adeguare retribuzioni a livello europeo»

Massima solidarietà agli infermieri anche da parte dell’altra rappresentante della professione in Parlamento Stefania Mammì che spiega: «Ritengo legittime le rivendicazioni poste dalle rappresentanze sindacali della categoria, alle quali va il mio pieno sostegno, come ho già cercato di mostrare più volte nel corso del mio mandato. L’intero Paese ha bisogno che questa categoria sia valorizzata, a partire dal riconoscimento di livelli retributivi in linea con quelli degli altri paesi europei».

Mammì critica poi l’ipotesi lanciata dall’ARAN di concedere 26 centesimi lordi di aumento di indennità per ogni ora di lavoro notturno e aggiunge: «È giunto il momento di dare concrete risposte a tutti gli infermieri italiani che, nonostante le condizioni particolarmente usuranti imposte dall’emergenza sanitaria, con totale spirito di abnegazione continuano a prodigarsi per tutelare la salute dei cittadini ed io come rappresentante delle Istituzioni, oltre che da infermiera, ho il dovere di battermi per i loro diritti».

Guidolin (M5S): «Consapevoli enorme lavoro da loro svolto durante pandemia»

Sulla stessa lunghezza d’onda la senatrice pentastellata Barbara Guidolin, che ha partecipato a un sit in degli infermieri a Roma con i colleghi Rino Marinello e Giorgio Fede: «Siamo perfettamente consapevoli dell’enorme lavoro che gli infermieri portano avanti ogni giorno, con turni spesso massacranti. Li abbiamo chiamati eroi per tutto ciò che fanno e per l’enorme lavoro portato avanti durante la pandemia. La politica deve dare risposte».

Boldrini (Pd): «Infermieri devono avere delle risposte»

Al fianco degli infermieri anche il Partito democratico con la capogruppo in commissione Sanità Paola Boldrini, che a Sanità Informazione spiega: «Condivido le ragioni dello sciopero, gli infermieri devono avere anche delle risposte. In questi anni abbiamo cercato di lavorare sulla professione però è anche giusto che pongano all’attenzione le loro problematiche. Ho presentato una serie di proposte come l’infermiere di famiglia, la formazione, la libera professione. Ora però bisogna chiudere prima possibile la trattativa sul contratto».

Tante le proposte di legge che rischiano di interrompersi in caso di fine anticipata della legislatura: «Andare al voto sarebbe un grave danno. Mi auguro la legislatura finisca anche per portare a compimento queste importanti proposte che hanno centrato l’attenzione sulle esigenze di questa professione. C’è sensibilità anche da parte del Ministero della Salute. È una professione che deve essere valorizzata perché è sempre in prima fila, gli si chiede molto e bisogna dare il giusto riconoscimento».

 

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