Il presidente della Fnomceo Filippo Anelli, su Facebook, manifesta vicinanza ai colleghi francesi che si sono ‘dimessi’ in massa dalle loro funzioni amministrative e traccia un parallelo con gli Stati Generali avviati in Italia
«Soffia un vento nuovo in Europa per i camici bianchi: è quello di un ritrovato umanesimo. La vicenda dei medici francesi che si rifiutano di fare cose non etiche legate alla produttività degli ospedali si correla alla riflessione avviata in Italia dalla Fnomceo sulla crisi della professione medica».
Ad esprimere vicinanza ai colleghi francesi, dopo la protesta di 1100 medici, tra i quali 600 primari, che si sono ‘dimessi’ in massa dalle loro funzioni amministrative, è oggi il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, che, in un post su Facebook, traccia un parallelo con gli Stati Generali avviati in Italia. La notizia della protesta è stata portata alla ribalta italiana dal Corriere della Sera e anticipata, per la stampa di settore, da Sanità Informazione.
«Qualcuno lo definisce il ritorno al primato di quanto previsto dal Giuramento di Ippocrate – constata Anelli – . Si tratta sicuramente di mettere al primo posto l’uomo, la sua dignità, i suoi bisogni, il sollievo delle sue sofferenze, anche se tutte queste cose non dovessero produrre ricavi o risultati economici. Insomma, un nuovo umanesimo che parte proprio da una professione fondamentale per assicurare nella nostra società diritti inalienabili dell’uomo come quello alla salute. In Italia si chiama medicina amministrata, in Francia eccesso di compiti amministrativi – aggiunge ancora -. Il tema è lo stesso: i medici vogliono più tempo e una nuova organizzazione che consenta loro di dedicarsi principalmente e prioritariamente alla cura del paziente».
«Il tempo dell’ascolto come tempo di cura: i nostri principi, oggi contenuti nel Codice Deontologico, sono punti di riferimento essenziali per esercitare questa straordinaria professione – conclude Anelli -. Il primato dell’uomo sull’economia rappresenta per i medici un principio irrinunciabile».
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