Minghetti (Migep): «Buona soluzione, speriamo nell’approvazione del Senato». Giuliano (Ugl): «Ora si dia loro il giusto riconoscimento retributivo»
Dopo tante bocciature – prima da parte del Tar e poi da parte delle Commissioni Parlamentari – la categoria OSS guadagna terreno nel percorso di regolamentazione per il riconoscimento del ruolo sociosanitario.
Con l’approvazione di un emendamento al Decreto Sostegni bis, la Camera dei Deputati ha infatti riconosciuto il lavoro di operatori sociosanitari, assistenti sociali e sociologi. Ora la discussione passerà al Senato per la valorizzazione definitiva di queste figure professionali.
«Abbiamo portato avanti la battaglia per diversi anni – spiega Angelo Minghetti, coordinatore della Federazione Migep – con un documento che indicava la collocazione di queste figure nel ruolo sociosanitario. Non era stata data attuazione a quanto previsto all’art 1 della legge 3/2018 – precisa – per questo abbiamo intrapreso anni di lotte che ci sono costate numerose bocciature al Tar, alla Camera e al Senato. Ora ci aspettiamo che il Senato licenzi il testo accogliendo quanto approvato alla Camera dei Deputati. Devono applicare quanto già previsto dalle Legge 3/2018: il ruolo sociosanitario per una categoria che, in questo momento, deve essere ricollocata con un profilo equo per rideterminare la formazione e le competenze, i corsi di aggiornamento e rivalutare la situazione contrattuale e la retribuzione economica».
Alla firma del contratto sanità, nel 2018, c’era la possibilità di collocare queste figure nell’area sociosanitaria ma, secondo Minghetti, i vari sindacati erano contrari. «Oggi ne rivendicano l’applicazione, ma se l’OSS è in questa condizione, se ci abbiamo messo più di 20 anni a riconoscere il ruolo sociosanitario per gli operatori che si formano a livello regionale è anche colpa loro».
«Siamo arrivati oggi ad una buona risoluzione, ma speriamo che il Senato non la bocci di nuovo – aggiunge -. Si tratta di 250 mila lavoratori che non hanno avuto nessun premio né riconoscimento per il contributo durante l’anno di pandemia, né da parte dello Stato né delle regioni. Rivendichiamo il nostro diritto, un ruolo importante per il lavoro che l‘OSS svolge nell’assistenza. È vero che c’è una carenza infermieristica ma c’è anche carenza di OSS che non vengono assunti dalle strutture. Per questo abbiamo chiesto alla Fnopi un incontro per chiudere l’accordo sulla revisione della formazione degli Oss e per ricollocare la figura in assetto giuridico assistenziale» conclude Minghetti.
Soddisfatto anche il Segretario Nazionale della UGL Salute Gianluca Giuliano: «Ci battiamo da tempo con tenacia – dichiara – perché si dia a questi operatori sanitari il giusto riconoscimento giuridico, contrattuale e retributivo. Il sì della Camera finalmente li colloca nel ruolo sociosanitario del personale del SSN».
Poi, ricorda che gli OSS «hanno combattuto battaglie dure, cercando di dare voce in ogni sede alle loro lecite richieste. Durante questi terribili mesi di lotta al virus – aggiunge – si sono distinti per dedizione e impegno pagando anche loro un duro prezzo in termini di contagiati e deceduti».
«Ora però è il momento del confronto con le istituzioni, di un tavolo permanente che serva a definire i contorni di questa figura – evidenzia il sindacalista -. Si dovrà arrivare in tempi brevi alla creazione di elenchi nazionali e regionali, ad un percorso formativo univoco che superi l’attuale frammentarietà di insegnamento a livello regionale. Chiediamo, infine, che vengano loro riconosciuti i giusti e meritati adeguamenti retributivi» conclude.
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