Il presidente della Casaleggio Associati si confronta con il presidente di Consulcesi Tech, Massimo Tortorella: «Entro il 2027 la ‘catena dei blocchi’ impatterà per il 10% del Pil mondiale. Necessario investire in formazione e innovazione»
Dalla donazione di organi ai certificati medici, passando per la fondamentale formazione del personale sanitario. Sono tanti i benefici che la blockchain (il sistema di blocchi immodificabili alla base del sistema delle criptovalute) può avere, e in molti casi ha già, sul settore della sanità. Parola di Davide Casaleggio, presidente della Casaleggio Associati, che ne ha parlato con Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi Tech. Il confronto tra i due esperti di blockchain è avvenuto al margine della terza edizione del convegno “B2B: il futuro digitale del business tra aziende”, che aveva come tema centrale proprio la blockchain e il modo in cui questa tecnologia rivoluzionerà il modo di operare delle imprese. Nel corso di questa tavola rotonda sono intervenute alcune delle principali realtà imprenditoriali ed economiche italiane e mondiali: da Poste Italiane a IBM fino ad arrivare, per l’appunto, a Consulcesi Tech. E dato che è proprio la sanità il settore da cui partono i progetti del Gruppo Consulcesi relativi alla “catena dei blocchi”, il focus del dialogo tra Tortorella e Casaleggio verte principalmente su questa area di interesse non solo delle aziende intervenute al convegno a Milano, ma anche e soprattutto dei cittadini.
È stata una giornata molto interessante e interamente dedicata alla blockchain, declinata nei più diversi settori. Uno di questi è la sanità. Come può influire questo tipo di tecnologia nell’ambito sanitario?
«Esistono già oggi molti esperimenti attivi a livello mondiale, quindi possiamo già vedere in che modo può essere usata la blockchain a livello sanitario. Un esempio che abbiamo citato durante il convegno è quello estone, in cui il registro dei donatori di organi è messo su blockchain e quindi non può essere modificato nemmeno da persone che operano all’interno del sistema e che magari possono avere un qualche tipo di interesse nel modificare i dati. Lo stesso registro è stato utilizzato anche per i certificati medici. Ora, la possibilità di sapere che una persona ha superato la prova medica e può dunque svolgere le attività per una qualunque società sportiva, anche questo è un tema importante legato allo sport e, dunque, alla salute e alla sanità. Insomma, quando emerge la necessità di rendere intoccabile un dato o di darne visibilità pubblica, è allora che nasce la possibilità di utilizzare nei contesti più diversi la blockchain».
Un altro argomento che interessa sempre il settore della sanità, ma anche altri ambiti, è quello della formazione e dell’obbligo formativo da parte degli operatori sanitari. È un tema importante, che crea un plusvalore al settore, ma non tutti i professionisti della sanità effettuano effettivamente la formazione ECM. Può la blockchain intervenire in qualche modo?
«Da questo punto di vista, la certificazione dei crediti formativi per la sanità, ma in generale per qualunque contesto in cui è necessario certificare un credito formativo in modo diffuso, serve alle società che si occupano di quella formazione per confermare il fatto che quella determinata persona ha effettivamente seguito il corso e lo ha anche superato. È evidente che nel contesto della formazione può essere utilizzata la blockchain. Dall’altra parte, è necessario riuscire a sviluppare la formazione in sé anche in termini legati all’innovazione, e quindi non solo in ambito sanitario, perché è necessario conoscere queste nuove tecnologie e i modi in cui possono essere utilizzate. Il tema legato alla formazione è anche quello di riuscire a creare nuovi sistemi, nuove piattaforme, nuove occasioni per poter formare le persone su questi temi tecnologici. Ciò vale anche se questi argomenti non appartengono direttamente al settore in cui le persone lavorano, in quanto queste tecnologie avranno comunque un impatto importante sulle loro vite. Durante il convegno parlavamo del fatto che la blockchain avrà un impatto diretto sul 10% del Pil mondiale entro il 2027. Ora, se questo è vero, dobbiamo iniziare a occuparcene in tutti i settori, compreso quello sanitario».
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