Lavoro e Professioni 24 Giugno 2022 10:45

Donne in Sanità: studiano di più ma emergono di meno

Al via la seconda edizione di iWIN, l’hub per ricerca e innovazione a livello mondiale, fondata per affrontare le questioni dell’uguaglianza di genere. Rubulotta (anestesista): «La biotecnologia, disegnata per il 68% da ingegneri uomini, è usata nel 70% da giovani donne infermiere e medici impegnati al letto del malato»
Donne in Sanità: studiano di più ma emergono di meno

Studiano di più, ma emergono di meno: le donne che decidono di intraprendere una carriera professionale nel mondo della Sanità sono tante, ma poche, se non pochissime, raggiugono posizioni apicali. Le donne autrici di articoli scientifici, editrici di riviste dello stesso settore, dirigenti di aziende farmaceutiche o di biotecnologia, redattrici di linee guida e raccomandazioni nel campo dell’anestesia e della rianimazione, solo per fare qualche esempio, non raggiungono nemmeno il 10% e in alcuni congressi internazionali il numero delle relatrici è inferiore al 5%. Stando alle ultime ricerche, condotte nel 2017, questi numeri diminuiscono ulteriormente tra le donne delle minoranze etniche.

Poche donne scelgono la specializzazione in anestesia

Sono questi solo alcuni dei dati che hanno spinto Francesca Rubulotta, direttrice dell’Unità di Terapia intensiva della McGill University di Montreal e docente senior all’Imperial College Medical School di Londra, a ideare iWIN, l’Hub per la ricerca e innovazione a livello mondiale, fondato per affrontare le questioni dell’uguaglianza di genere e per collegare gruppi internazionali che affrontano sfide simili. «Le donne iscritte alla facoltà di Medicina e chirurgia, nel 2019, erano circa l’80% del totale, ma solo 4 su dieci hanno scelto la specializzazione in anestesia. Nei Paesi dove l’anestesia rappresenta una disciplina separata rispetto alla rianimazione, la percentuale delle donne che sceglie di lavorare in terapia intensiva si avvicina al 30% del totale degli iscritti annui – spiega Rubulotta -. Nei Paesi Occidentali le modalità lavorative sono, dunque, dettate da comitati principalmente costituiti da uomini, a fronte di una cura a letto del malato fornita da medici o infermieri che sono principalmente donne. La biotecnologia, disegnata per il 68% da ingegneri uomini, è usata nel 70% da giovani donne infermiere e medici impegnati al letto del malato».

iWIN: l’hub per l’uguaglianza di genere

È per proporre soluzioni concrete che possano invertire questa tendenza che, anche quest’anno, si rinnova l’appuntamento con IWIN. Il congresso, inaugurato a Catania, proseguirà fino a sabato 25 giugno. «I valori dell’iniziativa sono racchiusi nell’acronimo “IDEAL” – spiega la professoressa Rubulotta -. La “I” indica “Innovation,” espressione del desiderio di cambiamento e di collaborazione con industrie, start-up di biotecnologia, compagnie di IT che promuovono formazione a livello internazionale e in aree in via di sviluppo. La “D” corrisponde a “Diversity”. La lettera “E” a “Equality”, non solo in ambito lavorativo ma anche nella ricerca, nella rappresentanza a congressi e nell’assegnazione di premi e borse di studio. “A” sta per “Advocacy” e indica la necessità di supporto reciproco e a formare una squadra, cosa non sempre facile per le donne. Infine, la “L” indica la Leadership, l’ispirazione per nuove generazioni a trarre esempio da altre donne che hanno raggiunto posizioni apicali».

iWIN, un po’ di storia

iWIN nasce a Barcellona nel 2017 come un gruppo di studio internazionale unito dalla “Barcelona declaration for equality and diversity”. Nel 2019 viene istituito un comitato per l’organizzazione del congresso iWIN con sede nel Mediterraneo per rafforzare il concetto che, seppur partendo dal problema delle donne, il comitato ha l’ambizione di esplorare anche le difficoltà riscontrate dalle minoranze. Nel 2020 si svolge il primo webinar diviso in tre parti: leadership, innovation e support con il patrocinio della Federazione mondiale di terapia intensiva, la Società australiana, neozelandese, canadese, spagnola e italiana di anestesia e rianimazione.

«Oggi, a pochi anni di distanza – conclude la professoressa Rubulotta – sono più di 10 le società internazionali che supportano iWIN, tra cui la European Society of Organ Transplant, la International Pan Arab Society, l’Università McGill, l’Università di Catania, la Fondazione Belisario, la Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Terapia Intensiva chiamata SIAARTI e altre».

 

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
La Sanità è diventata un bene di lusso, cresce l’impoverimento delle famiglie
Secondo il 19° Rapporto del CREA Sanità "al Ssn servono 15 miliardi per non aumentare il distacco dal resto dell’UE, personale carente e sottopagato. Rispetto ai partner EU, il nostro Paese investe meno nella Sanità, aumenta la spesa privata ed è a rischio l’equità del sistema". Digitalizzazione necessaria per le “nuove cronicità"
Gb: 1 donna su 2 non va a lavoro per colpa del ciclo mestruale, ma non lo dice. La ginecologa Picconeri: “Ancora troppi pregiudizi”
Nel Regno Unito 4 donne su 5 fanno un gran fatica a lavorare quando hanno il ciclo mestruale e solo poco più della metà ha affermato di non essere stata abbastanza bene per andare al lavoro. Questi sono i risultati di una ricerca britannica, che non stupiscono la ginecologa Giuseppina Picconeri: "La vita fisiologica di una donna in età fertile è spesso fonte di grandi pregiudizi"
Donne “cenerentole” della ricerca in Europa, anche se metà dei laureati e dottorati è “rosa”
Le donne rappresentano circa la metà dei laureati e dei dottorati in Europa, ma abbandonano progressivamente la carriera accademica, arrivando a costituire appena il 33% della forza lavoro nel mondo della ricerca, e solo il 26% dei professori ordinari, direttori di dipartimento o di centri di ricerca. È il quadro tratteggiato in un articolo sulla rivista The Lancet Regional Health
L’esposizione ai PFAS aumenta il rischio cancro nelle donne
Le donne esposte a diverse sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) hanno un rischio maggiore di sviluppare vari tipi di cancro, tra i quali quello alle ovaie, all'utero, alla pelle e al seno. A lanciare l'allarme è un nuovo studio finanziato dal governo degli Stati Uniti, pubblicato sul Journal of Exposure Science and Environmental Epidemiology
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Settimana dell’Immunizzazione, Oms: “Vaccinare tutti è umanamente possibile”

L'edizione 2025 della Settimana mondiale dell'immunizzazione esaminerà non solo ciò che i vaccini fanno per migliorare la vita oggi, ma anche ciò si può ottenere nei prossi...
Prevenzione

Settimana Mondiale dell’Immunizzazione, Sin: “Proteggere il cucciolo d’uomo sin dalla nascita”

La SIN ribadisce le misure fondamentali di protezione per i neonati da virus e batteri per una crescita in salute e al riparo da rischi di infezioni
Nutri e Previeni

Alimentazione, la dieta africana ‘spegne’ l’infiammazione

Allo studio hanno partecipato 77 uomini sani della Tanzania, alcuni sono passati a una dieta occidentale per due settimane, altri ad una africana tradizionale
Prevenzione

Contro le patologie respiratorie la vaccinazione è la via maestra

La vaccinazione rappresenta la strada d’elezione per prevenire e controllare le patologie virali. Le Raccomandazioni di quattro società scientifiche sulla prevenzione delle patologie resp...
Advocacy e Associazioni

Tumore al seno: tossicità finanziaria per il 38% delle donne, 70% affronta spese extra per le cure

Presentati a Roma i risultati del sondaggio su 585 pazienti realizzato da ANDOS e C.R.E.A. Sanità, per indagare gli effetti collaterali della malattia in termini umani, organizzativi, economici...