Approvato in Commissione Cultura a Montecitorio, il testo unico consentirà anche agli specializzandi di conseguire master o dottorati di ricerca. Tuzi (M5S): «Assurdo vietare agli studenti di poter studiare». Liuzzi (ALS): «Con questa riforma lo specializzando si sente meno studente e più professionista»
Può sembrare strano, ma nel 2021 vi sono ancora settori cruciali della nostra vita regolati da Regi Decreti della prima metà del Novecento. È il caso di una specifica norma riguardante l’università: in base al Regio Decreto 1592 del 1933 è impedita agli studenti la possibilità di iscriversi contemporaneamente a due diversi corsi di laurea. Può sembrare una norma di poco conto, eppure è carica di implicazione sulla vita degli studenti.
Ci sono voluti 88 anni, ma sembra che il Parlamento si sia deciso a modificare una norma che ormai risulta anacronistica. Ora il Testo Unico 43 “Disposizioni in materia di iscrizione contemporanea a due corsi di istruzione superiore”, approvato in Commissione Cultura e atteso in Aula a Montecitorio, sembra voler superare queste disposizioni.
In base al testo, sarà consentita l’iscrizione contemporanea a due diversi corsi di laurea, di laurea magistrale o di master, anche presso più università, scuole o istituti superiori a ordinamento speciale. Allo stesso tempo, sarà permesso iscriversi a un corso di laurea o di laurea magistrale e ad un corso di master, di dottorato di ricerca o di specializzazione, ad eccezione dei corsi di specializzazione medica. Agli specializzandi sarà permesso seguire anche un corso di dottorato di ricerca o di master. Non sarà consentita, tuttavia, l’iscrizione contemporanea allo stesso corso di laurea, di laurea magistrale o di master neanche presso due diverse università, scuole o istituti superiori ad ordinamento speciale.
Sarà rimandata ad un regolamento da adottare con decreto ministeriale la definizione dei criteri in base ai quali è consentita la contemporanea iscrizione a due corsi universitari con accesso a numero programmato a livello nazionale.
Si tratta di una piccola rivoluzione di cui però potrebbero beneficiare per primi proprio gli studenti delle facoltà sanitarie.
«L’obiettivo era dare la possibilità ai ragazzi di scegliere due percorsi in contemporanea per permettere a chi non ha le idee chiare di capire qual è la sua strada – spiega a Sanità Informazione Manuel Tuzi, medico e componente per il M5S della Commissione Cultura -. Oggi abbiamo un orientamento che non funziona e che va revisionato. Una misura come questa permette al ragazzo di avere più opzioni di partenza, salvo poi scegliere quella definitiva. Vogliamo garantire a tutti pari diritto di accesso a questa possibilità».
Nel testo si prevede, inoltre, che lo studente che si iscrive contemporaneamente a due corsi beneficia degli strumenti e dei servizi a sostegno del diritto allo studio per una sola iscrizione, a scelta dello stesso studente, fermo restando che l’esonero, totale o parziale, dal versamento del contributo onnicomprensivo annuale si applica, in presenza dei requisiti previsti, ad entrambe le iscrizioni.
Il Ddl dovrebbe approdare in Aula a fine giugno, per poi passare in Senato. Oltre che per gli studenti, il testo potrebbe rappresentare una piccola svolta anche per il mondo degli specializzandi.
«Questa disposizione è in linea con il cammino per rendere lo specializzando meno studente e più lavoratore: è giusto che un medico nel suo iter formativo possa conseguire dei master e dei dottorati», spiega Giammaria Liuzzi, membro del Consiglio Direttivo di ALS – Associazione Liberi Specializzandi.
Liuzzi spiega che, in realtà, lo specializzando avrebbe sulla carta tutto il tempo per conciliare l’attività di specializzazione con quella formativa. «Il tempo c’è – continua Liuzzi -. La legge dice che il monte orario che viene di solito quasi sempre rispettato permette anche questo e anche i lavoratori dirigenti medici possono conseguire master universitari».
Secondo una survey di ALS, circa il 70% degli specializzandi vorrebbe utilizzare il proprio tempo libero extra formativo per seguire dei master universitari. «Ad esempio, tutti gli igienisti vorrebbero fare un master per diventare Direttore sanitario, così come tutti gli specializzandi in medicina del lavoro vorrebbero fare il master per diventare medico competente. Con questa riforma lo specializzando si sente meno studente e più professionista», aggiunge Liuzzi.
Non ha dubbi sulla bontà della riforma Manuel Tuzi, fautore dell’emendamento che permette agli specializzandi di conseguire master e dottorato: «La doppia laurea permette ai ragazzi di intraprendere più percorsi di formazione. Faccio l’esempio mio: a me da medico sarebbe piaciuto fare Giurisprudenza, oggi mi trovo in Parlamento e sarebbe stato utile. Al netto di questo, è un doppio percorso che permette di aprirsi più strade e più possibilità. Oggi nel mercato del lavoro vengono richieste sempre più competenze e sempre più specialistiche. È assurdo vietare ai ragazzi di poter studiare».
La doppia laurea è solo un tassello di una riforma del mondo dell’università che abbraccerà anche altri aspetti. «A giugno abbiamo un calendario fitto sull’università – conclude Tuzi -. Abbiamo le lauree abilitanti, la proposta di legge sul reclutamento dei ricercatori e la doppia laurea. È un pacchetto di riforme. Stiamo cercando di rivoluzionare tutta l’impalcatura attualmente esistente. Dobbiamo accelerare il percorso di formazione mantenendo la stessa qualità. Dobbiamo adeguarci agli altri Paesi europei: non può essere che gli studenti italiani siano gli ultimi ad entrare nel mondo del lavoro».
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