Lavoro e Professioni 11 Marzo 2021 12:49

DSA, l’Associazione Italiana Dislessia organizza corsi di formazione gratuita in attesa della legge

Due moduli, realizzati grazie al sostegno del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, permettono ad aspiranti lavoratori e lavoratori con disturbi specifici dell’apprendimento di trovare il proprio percorso professionale

di Federica Bosco

Sono 12 mila le persone con disturbi specifici dell’apprendimento che ogni anno si affacciano al mondo del lavoro. L’Associazione Italiana Dislessia ha realizzato per loro un macro-progetto “DSA: lavoro, orientamento, tutela e ricerca”, finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Due i moduli: “DSA: FormAzione Lavoro”, corso di formazione per lavoratori e aspiranti lavoratori con DSA; e “Dislessia e DSA nel mondo del lavoro: conoscerli per valorizzarli”, percorso di sensibilizzazione online gratuito rivolto alle imprese.

Il primo corso, a cui ci si può iscrivere entro il 15 marzo 2021, si rivolge specificamente agli aspiranti lavoratori e a chi ha già un lavoro ma desidera sondare nuovi orizzonti professionali, oppure migliorare la propria posizione all’interno dell’impresa o dell’ufficio. Il secondo corso invece, le cui iscrizioni sono aperte fino al 18 maggio, è riservato alle figure aziendali che si relazionano con personale DSA come dirigenti, AreaRisorse Umane, Area Diversity & Inclusion, Area Formazione e Sviluppo del personale, Area Comunicazione, Area CSR (Responsabilità Sociale d’Impresa) e Area Welfare. Ce ne parla Antonella Trentin, vicepresidente dell’Associazione Italiana Dislessia.

Perché questo percorso di affiancamento è importante per la valorizzazione e l’inserimento dei giovani DSA in un contesto lavorativo?

«Questi ragazzi possono portare con sé frustrazioni accumulate durante gli anni scolastici. Molte volte non hanno ben presenti le loro reali capacità perché, avendo un disturbo che li ostacola in alcuni compiti, come leggere e scrivere, possono aver accumulato sfiducia in se stessi. Quindi il rischio più grande è che si sottovalutino e scelgano un lavoro inferiore alle loro capacità».

In che modo li aiutate?

«Noi offriamo strumenti per capire quali sono gli ambiti da valorizzare. Una persona che ha avuto difficoltà durante il percorso scolastico acquista una resilienza, una capacità di resistere alle avversità e di farne tesoro. Questo è un punto di forza. Non solo, i dislessici arrivano alla stessa soluzione di un problema facendo dei percorsi mentali alternativi e anche quella è una capacità da non sottovalutare. Poi ci sono le caratteristiche personali che il corso aiuta a mettere in evidenza e permette al giovane di capire quale sia il percorso professionale più adatto e realmente desiderato. Al tempo stesso aiutiamo anche coloro che il lavoro lo hanno, ma vorrebbero cambiarlo. Nel corso è presente una parte dedicata agli strumenti compensativi come la sintesi vocale, una voce artificiale che legge il testo, e tanti altri strumenti che possono compensare le difficoltà di scrittura, lettura o calcolo e permettere al lavoratore di svolgere al meglio e con meno stress la propria attività quotidiana. C’è anche una parte dedicata a un’efficace organizzazione del lavoro, perché spesso le persone con DSA hanno difficoltà ad organizzare bene le proprie attività e la propria giornata».

Per affrontare bene una selezione e superarla è importante avere un curriculum efficace. Come aiutate i pazienti con DSA in quell’ambito?

«Cerchiamo di suggerire ai ragazzi come mettere in evidenza i punti di forza e come realizzare un curriculum ben strutturato in base al tipo di posizione per cui ci si vuol candidare e quali esperienze possono essere dei valori aggiunti: ad esempio volontariato, viaggi, sport o abilità intellettive come il saper giocare a scacchi».

Con le imprese che tipo di percorso fate?

«Innanzitutto facciamo un lavoro di sensibilizzazione affinché le aziende durante i colloqui non penalizzino i candidati con DSA e possano mettere a disposizione della persona da valutare gli strumenti adatti che la aiutino a compensare le sue difficoltà specifiche. Ma cerchiamo anche di promuovere all’interno delle aziende una filosofia di inclusione dando la possibilità di avere gratuitamente uno strumento compensativo, LettorePro, pensato proprio per i lavoratori adulti. Crediamo infatti che dare a ognuno i mezzi di cui necessita sia il miglior modo per far emergere le reali competenze di ciascuno, al di là del disturbo».

Quindi vi muovete in due ambiti, da un lato aiutate le persone con DSA ad entrare nel mondo del lavoro, dall’altra formate le imprese per accoglierli e valorizzarli.  Cosa manca ancora?

«Nel mondo del lavoro manca ogni forma di tutela per questi lavoratori. Oggi c’è una proposta di legge depositata in Senato, che vede come prima firmataria la vicepresidente del Senato Anna Rossomando. In questo progetto di legge, finalmente, si stabiliscono tutele e principi generali affinché non ci siano discriminazioni nei confronti di questi lavoratori. Uno degli articoli più importanti riguarda i concorsi pubblici e prevede che si possano usare gli strumenti compensativi. Lo stesso vale per gli esami degli ordini professionali, i test d’ingresso all’università, l’esame della patente e tutte quelle prove che sono importantissime nella vita. La proposta di legge non è stata ancora calendarizzata, soprattutto a causa del rallentamento dei lavori parlamentari dovuto al Covid. Noi confidiamo che la situazione si sblocchi quanto prima perché siamo convinti che questo provvedimento possa cambiare la vita di centinaia di persone con DSA».

 

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