Intervista al professor Claudio Modini, direttore Reparto Emergenze Policlinico Umberto I di Roma
E’ dalle loro mosse che può dipendere la sicurezza di una nazione intera. Sono i reparti di Emergenza di ospedali e strutture sanitarie a costituire la “prima linea” nel soccorso e nella diagnosi delle pandemie più minacciose come Ebola e Mers.
I due casi italiani di Ebola, gestiti dall’eccellenza sanitaria dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, hanno evidenziato la necessità, per ogni struttura sanitaria italiana, di essere pronti a tutto. Ed è dalla corretta formazione del personale che prende in carico il paziente che tutto può dipendere.
Sanità informazione ha intervistato, sul tema, il professor Claudio Modini, direttore del Reparto Emergenze del Policlinico Umberto I di Roma. «I due casi di Ebola hanno avuto il merito di accendere i riflettori sul tema delle epidemie, facendo sì che tutte le strutture sanitarie del Paese si allertassero per contrastare una eventuale esplosione del virus. Il più grande problema dell’umanità è rappresentato dalle malattie infettive: va da sé che la formazione è fondamentale, sia per gli infermieri, costantemente in prima linea e che devono garantire la continuità assistenziale, che per i medici alle prese con informazioni in continua evoluzione. Il punto è che raggiungere un livello di formazione adeguato richiede ore, ore che vengono sottratte all’assistenza, e questo si scontra con la carenza di organico di cui soffriamo – soprattutto nei reparti emergenze – a causa del blocco del turn over».
Se alla formazione tradizionale se ne affiancasse una supportata da ciò che la tecnologia e i nuovi modelli di comunicazione mettono a disposizione, in primis l’utilizzo di materiali audio-visivi, i vantaggi sarebbero molteplici, in termini di fruibilità e di efficacia. La pensa così il professor Modini: «Il presente e il futuro della professione è questo, con nuovi modelli di formazione che passano anche attraverso filmati audio-visivi di qualità e che illustrino, nel dettaglio, le procedure di sicurezza da adottare».