Al Forum Risk Management di Firenze il presidente del Consorzio Gestione Anagrafica Professioni Sanitarie è intervenuto alla sessione organizzata dalla Simedet. A breve la pubblicazione del nuovo Manuale per la formazione dei professionisti sanitari
Cade in un momento particolare, quest’anno, il 13esimo Forum Risk Management in Sanità che ha trasformato Firenze per quattro giorni nella capitale dei camici bianchi. Le 100 sessioni scientifiche dell’evento sono così l’occasione per fare il tagliando al Sistema Sanitario Nazionale a 40 anni dalla legge 833 del 1978. Ma è un’occasione anche per fare il punto sulla professione, sulle nuove opportunità e sulla trasformazione della figura del medico.
Argomenti affrontati anche nel panel “Il dossier formativo individuale e di gruppo, un’opportunità per i professionisti, le aziende e gli ordini professionali” organizzato dalla Simedet, Società Italiana Medicina Diagnostica e Terapeutica. Una occasione per fare il punto sulla formazione continua ECM grazie alla presenza del presidente Cogeaps, Sergio Bovenga: «La formazione rappresenta prima di tutto un dovere deontologico ed etico, per un professionista sanitario è il DNA – spiega a Sanità Informazione Bovenga -. Al netto di questo ha un suo peso normativo e anche giuridico perché la legge prevede che sia requisito indispensabile per svolgere attività sanitaria e questa è una legge che risale ormai a 20 anni fa, al 1999. A parte le leggi, che comunque non sono trascurabili, è un requisito che viene sempre più richiesto. Ad esempio per la partecipazione ai concorsi, in molte regioni i concorsi per Direttore di struttura complessa richiedono di veder assolto in maniera corretta l’obbligo ECM. È poi un titolo che viene spesso considerato nella valutazione dei direttori di struttura complessa, la ‘valutazione quinquennale’, oppure anche nella valutazione individuale dei dirigenti medici. È un requisito indispensabile per essere iscritto all’albo dei dirigenti medici e anche, grazie a una convenzione che ha fatto la Federazione nazionale degli Ordini con la parte giuridica, per essere iscritti nell’albo dei CTU, i Consulenti tecnici d’ufficio. In tutti i casi è un dovere deontologico e mi piace pensare che sia un piacere».
Bovenga è soddisfatto della risposta della professione alla formazione ECM, un trend in crescita: «I medici sono quelli che hanno in Italia la percentuale più alta di certificabilità tra i professionisti, sono quelli che fanno più formazione in assoluto e questo non sorprende essendo una professione tra le più antiche. Oggi, grazie alle recenti decisioni della Commissione Nazionale ECM, tutti i professionisti sono potenzialmente in regola perché hanno tempo fino al 2019 per recuperare eventuali crediti mancanti del triennio precedente. Dunque oggi tecnicamente non c’è nessuno che non sia in regola quindi è più importante fare un discorso di prospettiva che un discorso focalizzato a quella che era la realtà fino ad adesso». Ma questa non è l’unica novità: «Una novità, anche questa recentissima, è stata quella di innalzare la percentuale di autoformazione, quindi quella formazione che un professionista acquisisce autonomamente attraverso lo studio di riviste scientifiche, di audiovisivi, studi su internet, ecc… Passa dal 10 al 20% del proprio obbligo. È un bel pacchetto che i professionisti possono gestirsi autonomamente. Questa è l’altra grande novità importante. Viene confermata la possibilità di utilizzare sempre nel proprio curriculum formativo le sperimentazioni cliniche, i tutoraggi, la sperimentazione all’estero. Quindi c’è un ampio ventaglio di possibilità per essere e poter dimostrare di essere in regola con il percorso di aggiornamento».
L’importanza della formazione continua non solo per i medici ma per tutti i professionisti della sanità è stata ribadita anche da Fernando Capuano, presidente della Simedet che ha un suo stand alla Fortezza da Basso. «Quest’anno una grande partecipazione, il Forum ci ha chiesto ufficialmente di promuovere uno stand della nostra società scientifica ma abbiamo anche un ambulatorio per la prevenzione cardiovascolare, con nostri medici e infermieri che in maniera volontaria stanno visitando i visitatori, per valutare secondo il progetto ‘Cure’ dell’ISS il rischio cardiovascolare. Si tratta della famosa prevenzione primaria che nel nostro Paese stenta a decollare perché non ci sono grossi progetti di educazione alla salute» ha spiegato Capuano a Sanità Informazione.
«La formazione ECM è importantissima – continua il presidente Simedet -. Il presidente Cogeaps Bovenga ha annunciato che a giorni il Ministero pubblicherà il nuovo dossier, un compendio per i professionisti sulla formazione ECM. È importantissimo perché sinora si è un po’ rincorso il credito, con la tendenza al ‘creditificio’. Ora invece la formazione si farà su degli obiettivi, su una pianificazione lo stesso professionista può creare con il dossier individuale. La Simedet invece sta preparando i colleghi ad un dossier di gruppo: la stessa azienda sanitaria o gli Ordini professionali o le Associazioni potranno creare un dossier di gruppo in modo da creare un vincolo, una solidarietà con l’obiettivo di migliorare le nostre prestazioni socio-sanitarie».