«Diciamo che siamo in ‘vacanza’ da 5 mesi – spiega Roberto Stella, Responsabile area formazione della Fnomceo- siamo in attesa che venga nominata la nuova Commissione ma su questo passaggio dovremmo attendere»
La Commissione nazionale per l’educazione medica continua è scaduta da dicembre 2018, bloccando il sistema dell’aggiornamento professionale per l’intera categoria. Lo denuncia Roberto Stella, Responsabile area formazione della FNOMCeO in un’intervista al sito Dottnet.it.
La notizia arriva a pochi giorni di distanza dal caso dell’odontoiatra sanzionato dall’Ordine di Aosta per il mancato aggiornamento, che ha riacceso i riflettori sull’ECM, l’educazione continua in medicina.
«Diciamo che siamo in ‘vacanza’ da 5 mesi – spiega Roberto Stella, Responsabile area formazione della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri – siamo in attesa che venga nominata la nuova Commissione ma su questo passaggio dovremmo attendere. Le varie federazioni dovevano indicare i nomi dei propri componenti, che il ministero della Salute deve recepire per poi fare il decreto». La commissione dura in carica tre anni e l’impasse sta fortemente rallentando l’intero sistema in un momento cruciale: per chi non avrà ultimato il percorso di formazione per il triennio 2014-2016 potrebbero scattare da quest’anno le sanzioni; mentre scadrà a breve anche il triennio 2017-2019.
È molto probabile che bisognerà aspettare le elezioni europee per avere la nuova Commissione. Intano si sta chiudendo il triennio 2017-2019 e, seppur le somme dovranno essere tirate nei primi mesi del 2020, «circa il 43% dei professionisti non ha ancora completato i 150 crediti, i medici sono però i più bravi, sono quelli con più crediti», aggiunge Stella. Accanto all’assenza di chi dovrebbe gestire il sistema Ecm, c’è il problema della qualità dei corsi e dei controlli. Se i famigerati corsi di bridge per i medici accreditati come formazione continua ormai sono un ricordo del passato, ogni anno la mole degli eventi accreditati supera i 33 mila, i provider accreditati a livello nazionale sono circa 1.100. Secondo i dati in possesso dell’Adnkronos Salute nell’arco dell’ultimo anno, l‘Osservatorio nazionale per la qualità della formazione continua in sanità ha effettuato circa 90 verifiche, delle quali 80 nelle sedi di svolgimento degli eventi residenziali e 10 nelle sedi operative dei provider che erogano corsi di formazione a distanza (Fad).
«Per fare i controlli in loco e a tappeto serve un impegno notevole e ci vogliono molte risorse – osserva Stella – il problema della qualità esiste non solo per l’Ecm ma nell’ambito della formazione». Le criticità maggiormente rilevate dall’Osservatorio nazionale hanno riguardato la mancata corrispondenza tra i docenti presenti e quelli dichiarati (17% eventi verificati); la durata dell’ attività formativa risultata inferiore rispetto a quella prevista (26% di cui la metà nei primi 3 mesi di controlli); la mancata informazione sul reclutamento di alcuni partecipanti da parte di aziende con interessi commerciali (ovvero la mancata dichiarazione della partecipazione di soggetti ai quali uno sponsor paga l’iscrizione al corso) (20%). E ancora, dai controlli emergono prove di verifica dell’apprendimento che non rispettavano gli standard previsti (10%) e la presenza di pubblicità di prodotti di interesse sanitario all’interno dei locali o dei materiali didattici (13%).
Oltre alle verifiche dell’Osservatorio nazionale, vanno evidenziate quelle effettuate dal Comitato di garanzia per l’indipendenza della formazione continua da interessi commerciali in sanità (altro organismo ausiliario della Commissione nazionale Ecm), che nel 2018 ha eseguito 160 verifiche su eventi e provider, ai quali vanno aggiunti i 78 controlli effettuati dalla Commissione nazionale sulla sussistenza dei requisiti minimi per l’accreditamento. Recentemente sono stati segnalati casi di test già svolti per corsi online che girano sulle chat dei medici. La Commissione nazionale Ecm valuta e analizza ogni segnalazione che riceve e, nel tempo, si è attivata per mettere in atto tutti gli opportuni miglioramenti al sistema, traendo spunto proprio dalla cronaca. In caso di violazioni della normativa in materia di Ecm, i provider sono sottoposti alle sanzioni previste, che possono portare anche alla revoca dell’accreditamento, come accaduto anche nel 2018 per diversi soggetti.
«Oggi c’è un mare magnum di offerte formative per i medici – sottolinea Stella – ma i colleghi devono puntare su provider credibili con una storia di formazione alle spalle. Come Fnomceo possiamo dire che la nostra formazione con corsi a distanza è di alta qualità. Abbiamo 14-15 corsi che guardano anche all’attualità, con temi come la violenza sugli operatori sanitari, la medicina della migrazione, la fertilità, la medicina di genere, l’antibiotico-resistenza».