«Il sistema ECM si sta sempre di più avvicinando alle realtà professionali portando all’interno degli organismi di governo il punto di vista dell’esperienza quotidiana dei professionisti. Questo è fondamentale per la qualità della formazione» così il coordinatore dell’Osservatorio Nazionale Formazione Continua
«Dalle nostre verifiche sul sistema della formazione ECM sono emerse informazioni confortanti per quanto riguarda l’aspetto della qualità formativa didattica. Il sistema ECM si sta dimostrando maturo: puntiamo sui grandi vantaggi che offre e conteniamo, il più possibile, le criticità». Nell’intervista a Sanità Informazione, Corrado Ruozi, Coordinatore dell’Osservatorio Nazionale per la Qualità della formazione continua in Agenas, fa una panoramica sulle attività in capo all’osservatorio che si occupa di controllare, monitorare e verificare la qualità delle attività formative compiute dai provider accreditati.
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Dottor Ruozi, qual è il ruolo e quali sono le attività di questo periodo dell’Osservatorio Nazionale per la qualità della formazione continua in sanità?
«Noi abbiamo iniziato da circa un anno e mezzo a fare, come dire, dei carotaggi nel sistema della formazione ECM e in particolare a verificare se quanto dichiarato progettualmente effettivamente è ciò che i professionisti vivono all’interno dei contesti formativi. Le prime informazioni che abbiamo sono confortanti per quanto riguarda l’aspetto della qualità formativa didattica ma abbiamo rilevato condizioni critiche che riguardano soprattutto le architetture organizzative. Mi riferisco, in buona sostanza, al rispetto dei tempi, al rispetto dei relatori dichiarati e ad un controllo efficace delle presenze. Siamo in una fase in cui il sistema ECM sta dimostrando uno sviluppo di maturità del sistema nel tempo che ritengo molto confortante».
Ecco, come emerge dalla vostra analisi, si sta aprendo il doppio binario di una formazione ECM residenziale e a una formazione a distanza (FAD) che ha un grosso sviluppo.
«Tocca un nodo cruciale; abbiamo individuato alcuni aspetti critici sull’utilizzo di questa tipologia formativa che offre di fatto grandi opportunità per i professionisti anche se sappiamo bene che la formazione a distanza non esaurisce la formazione residenziale. La FAD è una tecnologia che sta, come dire, nella cassetta degli attrezzi dei formatori che esaurisce quella che è una formazione inappropriata che viene fatta nelle aule – per intenderci, quella centrata sulla trasmissione dell’informazione – rispetto alla quale la formazione a distanza offre grandi vantaggi. Tuttavia, dalle nostre prime esperienze di valutazione dei corsi – sono solo due mesi che abbiamo portato la nostra attenzione sulla FAD – ci siamo resi conto che ci sono percorsi formativi a distanza che rilasciano tanti crediti, addirittura 50 crediti, che corrispondono al valore di un anno di attività formativa, esclusivamente scaricando un documento copia di slide in PDF e rispondendo ad un questionario di valutazione. In questo modo, il medico ha esaurito un anno di formazione. Ecco, è certo che questi sono gli aspetti critici della FAD ed il nostro lavoro è proprio quello di cercare di contenerli il più possibile».
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Per concludere, abbiamo esaminato gli aspetti critici che rimandano un po’ al vostro mandato, ma ci sono aspetti positivi che vi hanno sorpreso positivamente e come si può lavorare come osservatorio, insieme ai provider, per incentivare la qualità?
«Certamente, il sistema ECM si sta sempre di più avvicinando, diciamo, alle realtà professionali attraverso i suoi organismi di rappresentanza: la commissione, il comitato tecnico delle Regioni e anche lo stesso osservatorio, le cui componenti sono componenti professionali e hanno la capacità e possibilità di portare direttamente all’interno degli organismi di governo il punto di vista dell’esperienza quotidiana dei professionisti. Questo è fondamentale per la qualità della formazione. Non ultimo, come aggancio positivo del sistema, cito proprio la giornata di oggi che tocca un tema assolutamente cruciale e innovativo – grande onore all’Ordine dei medici e alla FNOMCeO di essere portatori di questa istanza – la rivalidazione delle competenze del medico che di fatto significa che il modello ordinistico non rimane solo un sistema di aggregazione professionale, come alcuni critici dicono, di tipo corporativo ma diventa un sistema di garanzia delle qualità delle professioni così come in molte esperienze europee e non solo».