«Il Servizio di Trasporto di Emergenza per Neonati (STEN) che di fatto risulta inadeguato – fanno sapere i Comitato centrale della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica -. Occorre l’adeguamento a norme già presenti»
«L’augurio, e soprattutto l’invito, è che col passare dei giorni non si creda che l’emergenza STEN in Campania sia cessata e che tutto possa tornare come prima, in una apparente normalità come se niente sia successo. La tutela e la sicurezza della salute delle donne e dei loro bambini non hanno scadenza, anzi sono più esposte al rischio se chi ha il dovere, e il potere, di intervenire non lo fa», commentano così le componenti del Comitato centrale della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica le recenti notizie di cronaca sullo STEN campano.
«Condividiamo con la Sin la preoccupazione per un Servizio di Trasporto di Emergenza per Neonati (STEN) che di fatto risulta inadeguato e che mette a rischio la salute e la vita dei neonati. Non si può sperare nella fortuna. Occorre l’adeguamento a norme già presenti che, se rispettate, consentono di evitare tragici fatti di cronaca – continuano le rappresentanti nazionali della Categoria ostetrica -. Sono indispensabili interventi seri e concreti che tengano conto dei reali bisogni dei cittadini e della natura del territorio, destinare risorse economiche adeguate e prevedere una profonda ristrutturazione del percorso nascita e dei centri nascita della regione Campania tali da consentire ai Professionisti di lavorare in modo appropriato e di garantire la miglior assistenza di qualità alle mamme e ai neonati».
«Anche la FNOPO – concludono i vertici della Federazione – chiede l’applicazione delle norme dell’accordo Stato-Regioni e del decreto n. 62 del 5 luglio 2018 della Regione Campania per la riorganizzazione dello Sten. La Federazione Nazionale e gli Ordini della Professione Ostetrica della Campania si rendono disponibili al confronto nelle sedi e modalità opportune al fine di tutelare la salute dei neonati e delle loro mamme».