L’Enpam ha dato il via libera al nuovo bando dell’anno 2021 per la concessione di mutui ipotecari ai propri iscritti. «La Fondazione – si legge in una nota – intende in questo modo sostenere i giovani medici e odontoiatri interessati all’acquisto o alla ristrutturazione di una prima casa oppure di un’unità immobiliare da adibire a studio professionale. Il mutuo può essere chiesto anche dagli iscritti riuniti in associazione o in società di professionisti, purché tutti i componenti abbiano i requisiti previsto dal bando».
L’ammissione alla richiesta di mutuo è riservata agli iscritti e ai medici in formazione (specializzandi e corsisti di Medicina generale) con un’età non superiore ai 40 anni. L’obiettivo principale dell’Enpam, infatti, è quello di favorire tutti quei soggetti che, al momento, non verrebbero considerati idonei alla concessione di un mutuo da parte del sistema bancario.
«In questo senso – ha commentato con soddisfazione il presidente dell’Enpam, Alberto Oliveti – prosegue il nostro impegno nel dare sostegno ai giovani professionisti per avviare un percorso personale o professionale in tempi rapidi e con garanzie minime».
«Agli iscritti la cui richiesta di mutuo sarà accettata – prosegue la Fondazione – si applicherà un tasso di interesse pari a 1,7 per cento annuo, comprensivo di tutte le spese. Sarà possibile chiedere fino a 300mila euro, cifra che potrà servire a finanziare l’acquisto, la costruzione o la ristrutturazione dell’immobile fino all’80 per cento del valore».
«Per la ristrutturazione il limite massimo è fissato invece in 150mila euro. L’immobile – sottolinea l’Enpam – deve trovarsi nel Comune dove si risiede o si svolge l’attività lavorativa principale e non deve appartenere alle categorie residenziali di lusso».
«Potranno presentare domanda di mutuo – precisa l’Enpam – tutti i medici e gli odontoiatri che non hanno già finanziamenti o mutui pagati dalla Fondazione, che sono in regola con i versamenti, e non presentano una rateizzazione da regime sanzionatorio in corso. È richiesto almeno un anno d’iscrizione e di contribuzione effettiva».
«Tra le altre condizioni da rispettare – conclude la Fondazione – non si dovrà aver ottenuto l’assegnazione o la locazione con patto di futura vendita e riscatto di un altro alloggio e non si dovrà essere proprietari di un altro immobile nel Comune dove si risiede o dove si svolge l’attività lavorativa principale».
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