L’Associazione Medici e Odontoiatri liberi professionisti interviene sul disegno di legge in tema di “disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali”, il presidente: «Evitare l’eccessiva corsa al ribasso dei compensi professionali per non compromettere la qualità della prestazioni»
«Stabilire un tariffario minimo per le prestazione sanitarie erogate in regime libero professionale per tutelare sia i pazienti, che i professionisti». È questa la proposta di Sergio Di Martino, presidente dell’Associazione Medici e Odontoiatri liberi professionisti, AMOlp. Una richiesta che potrebbe trovare spazio nel disegno di legge (n. 2419) in esame al Senato in tema di “disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali”.
L’AMOlp, infatti, pur esprimendo la sua soddisfazione per l’impegno e l’attenzione che il Parlamento sta ponendo in questo momento storico su un argomento così importante, ritiene che «così come oggi è strutturato il disegno di legge non risponda appieno alle reali esigenze della categoria libero professionale medica e odontoiatrica», sottolinea Di Martino.
«Partendo dal presupposto che per compenso s’intende la corresponsione di una retribuzione proporzionata alla quantità e la qualità del lavoro svolto – continua il presidente dell’Associazione Medici e Odontoiatri liberi professionisti – questo disegno di legge non può essere considerato esaustivo. In particolare, il suo campo di applicazione considera i soli rapporti convenzionali tra professionisti e grossi committenti, pubblica amministrazione, banche, assicurazioni, imprese con più di cinquanta dipendenti o più di dieci milioni di fatturato. Di conseguenza, appare eccessivamente circoscritto. Considerata, infatti, l’estrema delicatezza della professione medica e odontoiatrica ad ogni livello – aggiunge Di Martino -, non pare intervenire, come invece dovrebbe, sull’eccessiva corsa al ribasso dei compensi professionali. Abbassare troppo tariffe, oltre che creare una potenziale concorrenza sleale, può compromettere la qualità delle prestazioni, con potenziali e concreti rischi per l’utenza. Ma ai nostri pazienti dobbiamo poter garantire il diritto alla salute, un bene primario sancito dalla Costituzione italiana».
Ma non è ancora detta l’ultima parola: c’è ancora tempo per cambiare rotta. Le carenze evidenziate dalla AMOlp sul disegno di legge in tema di “disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali” possono essere colmate proponendo le opportune modifiche al testo in esame. «Soprattutto – ribadisce Di Martino – è necessario ristabilire i tariffari minimi che, seppur aboliti da oltre 15 anni, rappresentano un importante strumento per garantire sia la tutela dei medici che dei loro pazienti». L’abolizione dell’obbligatorietà dei minimi tariffari, infatti, è stata sancita dal cosiddetto decreto Bersani (legge n. 248 del 2006), di conversione del decreto-legge n. 223 del 2006. Per questo, l’AMOlp fa appello a tutti gli schieramenti politici che hanno in esame il disegno di legge al Senato, affinché possa essere instaurato un dialogo proficuo, in grado di estendere l’ambito di applicazione di tale disegno. È necessario prendere in considerazione tutti i tipi di rapporti libero professionali, ma al tempo stesso e proprio per questo – conclude Di Martino -, rivalutare anche l’introduzione di parametri di compenso minimi».
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